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BV 1955: Nasce Eraldo Pecci

Una sagace simpatia, inferiore soltanto alla sua non comune intelligenza calcistica. Per quattro anni, dal 1981 al 1985, Eraldo Pecci ha distribuito qui da noi, a Firenze, i suoi sapienti …

Redazione VN

Una sagace simpatia, inferiore soltanto alla sua non comune intelligenza calcistica. Per quattro anni, dal 1981 al 1985, Eraldo Pecci ha distribuito qui da noi, a Firenze, i suoi sapienti passaggi smarcanti e le sue sottili battute. Nato a San Giovanni in Marignano il 12 aprile di 58 anni or sono, cresce calcisticamente a Bologna per poi conoscere l’apice della carriera con lo scudetto in maglia granata del Torino nel 1976. Arrivato in viola insieme a Graziani nell’estate del 1981, Pecci è un personaggio unico, in campo e fuori. La corporatura robusta e un po’ tracagnotta non è quella del decatleta ma il cervello compensa abbondantemente qualche lacuna in fatto di forza esplosiva. Un regista dal quale passa inevitabilmente ogni pallone, in omaggio al suo più celebre aforisma che ama ripetere con la sua proverbiale autoironia e l’inconfondibile accento romagnolo: “Inutile correre; la terra è rotonda, la palla pure e prima o poi dovrà pur passare da qui”. Centrocampista dalla grande visione di gioco e con un ottimo tiro dalla distanza, Pecci è uno dei pilastri della Fiorentina 1981-82 vice campione d’Italia, ma anche e soprattutto degli anni successivi, quando la squadra, che sta studiando da grande, deve fare a meno per lungo tempo del suo capitano Antognoni. Con campioni del mondo come Galli, Gentile, Oriali e Massaro e con personalità del calibro di Passarella e Socrates, la fascia di capitano è al braccio di Eraldo. A lui che oggi vive a Riccione e commenta per le televisioni e le radio un calcio sempre più fisico e sempre meno tecnico, va il nostro augurio di buon compleanno.

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