Più di quattro mesi. Tanto è passato dall'ultimo gol di Borja Valero. Guarda caso contro il Cesena, avversario della Fiorentina domenica pomeriggio al Franchi e alla disperata ricerca di punti per una salvezza diventata quasi un miraggio dopo il 2-2 con l'Atalanta. Era il 14 dicembre. Al Dino Manuzzi lo spagnolo sbloccò il risultato al 44' del primo tempo con un tiro di destro all'interno dell'area di rigore. La partita sarebbe finita in trionfo, 4-1 per i ragazzi di Vincenzo Montella. Nel tabellino dei marcatori entrò anche El Hamdaoui, tornato di moda a fine 2014, ma nuovamente scomparso dai radar viola.
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Borja e un digiuno dal gol da interrompere
Lo spagnolo ha segnato l’ultimo gol proprio al Cesena. La speranza è che possa ripetere una sua particolare statistica
Da allora, Borja Valero non ha più segnato. Anzi, le sue prestazioni sono andato in calando. Fin troppo scolastico e lineare nelle sue giocate. L'opposto del calciatore sorprendente e mai banale con i suoi tocchi di genio ammirato fino alla scorsa stagione. Un sussulto, l'iberico, lo ha dato in occasione del doppio confronto con la Dinamo Kiev. All'andata solo il palo gli ha negato la gioia del pareggio. Al ritorno, con una Fiorentina in palla e in pieno possesso del gioco, lo abbiamo rivisto pimpante, dinamico, più propositivo e in pressing altissimo in alcune circostanze.
Con il gol, però, non ha mai avuto un rapporto stretto da quando è arrivato a Firenze. E' passato un girone dalla sua ultima marcatura. Tanto, troppo tempo. Per la legge non scritta dei grandi numeri, le serie - positive o negative che siano - sono destinate ad interrompersi prima o poi. Speriamo sia così. Come scritto, Borja non segna spesso. Per uno strano scherzo del destino, però, lo spagnolo “mata” quasi sempre le solite squadre. Lo sanno bene Verona (colpito tre volte), Milan (due) e Udinese (due, di cui una nella Coppa Italia 2012-13). L'auspicio è che in questa particolare classifica possa rientrarci anche il Cesena. Il gol, si sa, è la medicina migliore per qualsiasi calciatore. Anche per chi, di professione, non fa l'attaccante.
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