L’eliminazione della squadra viola agli ottavi di finale della Coppa delle Città di Fiera, avvenuta il 13 dicembre, con il pareggio interno contro lo Sporting Lisbona (che non servì per ribaltare la sconfitta in terra portoghese di 7 giorni prima), dopo che la squadra viola era già stata eliminata dalla Coppa Italia un mese prima, aveva portato la società a prendere la scelta di esonerare Giuseppe Chiappella, tecnico viola dall’ottobre del 1963, dopo che aveva guidato la squadra da giocatore dal 1949 al 1960 e, successivamente, come allenatore in seconda nella storica stagione 1960-61, in cui la Fiorentina centrò l’accoppiata Coppa delle Coppe e Coppa Italia.
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Battito viola 1967: La prima senza Beppe in panchina
L’eliminazione della squadra viola agli ottavi di finale della Coppa delle Città di Fiera, avvenuta il 13 dicembre, con il pareggio interno contro lo Sporting Lisbona (che non servì per …
All’indomani dell’esonero Chiappella, parlando della sua carriera, affermò lo stesso: “Mi sono fermato un po’ a Pisa prima di venire qui a Firenze, in questa città che sembra più mia che dei fiorentini… già, perché i fiorentini la snobbano anche se ne sono ferocemente innamorati” - a cui aggiunse - “adesso questa è una squadra che non è più mia, in una città che sento ancora fortemente mia”.
Al posto dello storico “Beppe” venne chiamato, anzi, richiamato, nel ruolo di Direttore Tecnico, il “vecchio” Luigi Ferrero, che aveva già guidato la Fiorentina dal 1947 al 1951 e, successivamente, nella parte finale della stagione 1958-59. Al suo fianco, con l’incarico di allenatore, venne "elevato" il fiorentino Andrea Bassi, in quel momento allenatore della squadra “Primavera”, con cui aveva trionfato 2 anni prima nel prestigioso Torneo di Viareggio. Il presidente Baglini fu abbastanza chiaro in questo contesto: “E’ matematico che la Fiorentina finirà il campionato con Ferrero e Bassi”.
E proprio Bassi guidò dalla panchina l’undici viola il 17 dicembre 1967 nella gara casalinga contro l’Atalanta, ovvero la prima senza quel tecnico che, insieme a Pandolfini, stava mettendo le basi per costruire una grande squadra, basata soprattutto sui giovani. Gli orobici non rappresentavano certo un ostacolo di prim’ordine, ma il fatto che non stessero passando un buon periodo e che non avessero mai vinto fuori casa, qualche preoccupazione l’aveva creata alla vigilia della gara. Dal canto suo la Fiorentina, che poteva contare solo su un punto in più dei nerazzurri in classifica, non vinceva in campionato da 5 gare (8 in totale con le coppe), ovvero dal 29 ottobre a Bologna (1-0 con gol di Rogora).
L’Atalanta cercò fin da subito di difendere il prezioso pareggio, ma l’infortunio del terzino Poppi dopo 27 minuti di gara (in seguito ad uno scontro con Maraschi che costrinse il difensore orobico all’ala e praticamente nullo per tutta la gara) complicò ulteriormente le cose per la squadra di Tabanelli che, comunque, riuscì a contenere le offensive viola, concludendo il primo tempo sullo 0-0. Nella ripresa la Fiorentina, dopo avere colpito una traversa dopo 3 minuti con De Sisti (schierato con un inedito numero 6 a causa dell’assenza di Bertini), riuscì a portarsi in vantaggio grazie ad una palla recuperata a centrocampo da Chiarugi, il quale fu pronto a calibrare un bel lancio per Mancin che, dalla fascia sinistra, infilò imparabilmente di destro l’estremo portiere bergamasco. La Fiorentina, dopo quel gol, cercò di raddoppiare senza riuscirvi, limitata anche da alcune decisioni dubbie dell’arbitro Gonella che non decretò almeno 2 rigori abbastanza evidenti per la squadra viola. Pare che anche Chiappella, incollato alla radiolina in tribuna a Ferrara per Spal-Mantova, abbia esultato al gol di Mancin…
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