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Sosta vitale, menomale

La pausa per gli impegni delle nazionali concede a Pioli tempo aggiuntivo per lavorare e adattare il gruppo all'obiettivo

Giacomo Brunetti

Si dice che la sosta per le gare delle nazionali sia l'incubo del tifoso. Niente campionato, niente routine del weekend, niente squadra del cuore da sostenere, allo stadio o dal divano. Stavolta invece, almeno per gli appassionati fiorentini, potrebbe essere una risorsa che, un incubo vero e proprio, lo ha quanto meno evitato. Dopo due sconfitte in altrettante partite, questo weekend avrebbe rappresentato un velato giro di boa a cui i viola non avrebbero potuto farsi cogliere impreparati, magari incappando in un risultato negativo contro il Verona. La gara con gli scaligeri si disputerà domenica prossima, lasciando a Stefano Pioli un lasso di tempo sacro e vitale per aggiustare alcuni meccanismi, singoli e di squadra.

Le dichiarazioni di Pantaleo Corvino hanno animato queste due settimane, facendo scendere sul futuro viola una nube di inquietudine. "La proprietà ha tappato i rubinetti, da adesso in poi si va avanti con ciò che verrà raccolto dall'autofinanziamento e dalle sue dinamiche", questo il senso delle parole del Direttore Generale l'indomani della chiusura del calciomercato, quest'ultimo croce e delizia dell'inizio di campionato. Una buona parte dei rinforzi è arrivata a ridosso della gara contro l'Inter, qualcuno prima di quella con la Sampdoria, mentre Thereau, Lo Faso e Laurini addirittura negli ultimi giorni della sessione appena conclusa, quando la società si è accorta di dover tamponare alcune falle con innesti funzionali.

La verità che ne esce è una sola: in quindici giorni - dalla settimana di Ferragosto alla fine del mese - non si rivoluziona una squadra, specialmente in un momento labile come questo, dove le incognite si faticano a contare. Proprio per questo la pausa in questo weekend sarà importante per i programmi: Pioli è chiamato a trovare, almeno parzialmente, la quadratura del cerchio, inserendo coloro che devono adattarsi al calcio italiano, trovando una posizione a Marco Benassi e limando i meccanismi - fino a ora confusionari - offensivi. I tanti giovani acquistati, per la maggior parte, non sono pronti per scendere in campo e fare la differenza. Lo stesso Gil Dias, uno dei più utilizzati in queste due partite, dovrà completare il suo processo di ambientamento tecnico-tattico.

All'appuntamento al Bentegodi dovrà essere concreto e tangibile il lavoro svolto in questi giorni, questo è l'obiettivo: sbagliare è umano, specialmente se la rosa è incompleta e la conosci da poche ore, ma iniziare a perseverare sarebbe l'inizio di uno scenario pericoloso.

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