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Europa ancora vicina, ambiente spaccato: storia di una inconcepibile Fiorentina

A Palermo la Fiorentina ha deluso ancora la piazza ma paradossalmente l'Europa è ancora a portata di mano

Giacomo Brunetti

"Una giornata storta, iniziata con mille buoni propositi e terminata con la sottile contestazione dei tifosi giunti in Sicilia alla squadra. Palermo, ultimo giorno di un Aprile che aveva proseguito tra alti e bassi la rinascita di una Fiorentina ormai rassegnata alla noia di un finale di stagione che attendeva solamente il fischio finale. Prima la vittoria contro il Bologna, con la zampata nel finale di Babacar, poi il pareggio di Genova e la sconfitta in casa per mano dell'ex Pasqual, infine la pazzesca partita con l'Inter, un 5-4 che aveva risvegliato un po' l'entusiasmo della piazza: sono state fatali invece le ultime ventiquattro ore del mese, dove in casa dei rosanero maturava quella che, a detta di Sousa, è stata la "peggior gara in due anni".

"Paradossalmente, l'Europa League è ancora lì, dista solo quattro punti e sembra non volerla nessuno. Colpiscono però gli strascichi della prestazione, ancor più del risultato, vista ieri al Barbera. L'ambiente viola ribolle di quella rabbia maturata nelle ultime stagioni, quelle in cui la società è stata accusata diverse volte a causa di decisioni contestate ed operazioni che lasciano molte perplessità. La storia di una recente inconcepibile Fiorentina, in lotta per traguardi nobili ma sempre legata ad una scusa per il mancato raggiungimento di un obiettivo. "Vogliono fare le nozze con i fichi secchi", accusa qualcuno, riferendosi alla proprietà, nel mirino della critica di chi Firenze la vive tutti i giorni.

"Palermo come spartiacque definitivo di una stagione, almeno nell'umore. Il campo sembra ancora poter dire altro ma la sensazione è che forse sarebbe meglio pensare già alla ricostruzione. Già partita in sordina, perché programmare in ritardo e con pochi criteri come in questa stagione sarebbe un errore madornale, specialmente per un progetto come quello viola e, stavolta, un ciclo da aprire e non da cercare di far sopravvivere o vivacchiare. In primis, ci sarà da riconquistare la fiducia della gente e farsi perdonare questi ultimi mesi, trascorsi in una discontinuità perenne di sensazioni e risultati. Perché ieri, probabilmente, si è toccato il fondo di questa annata. Un 2-0 che ferisce oltre i tre punti persi: fa male nell'orgoglio di chi si emoziona a guardare le undici maglie viola.

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