Il tecnico della Fiorentina Women's, Antonio Cincotta, è stato il protagonista di una diretta Instagram:
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Cincotta: “Vite cambiate dopo lo scudetto. Firenze non dimentica chi ha fatto qualcosa”
Il 6 maggio 2017 la Fiorentina Women's vinceva lo scudetto: il racconto di mister Antonio Cincotta
Mi sono innamorato di Firenze da quando ho messo piede in città.
La quarantena? Da Alia Guagni ho copiato la cucina, le ho chiesto la ricetta del tiramisù, a Ilaria Mauro ho chiesto consigli sugli allenamenti, non posso diventare un colabrodo (ride, ndr).
Sono contento delle ragazze che si stanno dimostrando grandi professioniste anche in questo momento difficile. E poi ringrazio lo staff atletico, non è facile allenare le giocatrici in pochi metri quadrati.
La cavalcata scudetto 2016-17? Non fu facile cominciare il campionato da Como dove avevo allenato. Vincemmo 4-0, mandammo subito un segnale alle avversarie. La gara contro il Verona? La preparammo con una cura maniacale, non volevamo sbagliare quella tappa. La vittoria contro Mozzanica? Se vincemmo, merito fu anche di Ohrstrom. Lo scontro diretto contro il Brescia? Demmo subito un'inerzia positiva alla gara, entrambe le squadre giocavano uno contro uno. Il Tavagnacco? In quella stagione schierava grandissime giocatrici, aveva anche Lana Clelland che poi abbiamo amato in maglia viola. E poi il campo ha rimbalzi irregolari, è un campo carogna, quella gara nascondeva tante insidie anche se vincemmo 4-1. La vittoria contro il Verona in trasferta? Mi ricordo il gol di Alice Parigi, fu un'opera d'arte, la ciliegina che rende straordinaria la torta.
La vittoria contro il Brescia al ritorno? Fummo granitici in difesa e poi in attacco avevamo tanta qualità. Fu un successo emozionante, fu una giornata storica per via anche dei tanti tifosi.
La sfida scudetto il 6 maggio 2017? Dormii poco, non vedevo l'ora di scendere in campo. Quella mattina non passava mai e poi c'era l'ansia della pioggia che poteva scoraggiare i tifosi che, invece, reagirono in maniera strepitosa. Quella giornata è valsa una carriera.
La finale di Coppa Italia contro il Brescia? Fu una gara combattuta, Parisi si era fatta male, giocammo con la difesa a tre con Guagni a sinistra che segnò il gol della vittoria. Fu una doppietta straordinaria, il coronamento di un sogno.
Dopo quelle vittorie le nostre vite sono cambiate. Festeggiammo nel Salone dei Cinquecento dove avevo sempre pagato il biglietto. In quello circostanza, invece, ero circondato dalle coppe. Firenze non dimentica chi ha fatto qualcosa. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di portare la città in alto. Cerco di fare del mio meglio per onorare la maglia.
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