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Ex viola, Manninger racconta: “Basta calcio, adesso faccio il falegname e vado a pesca”

Manninger parla della sua nuova vita senza il calcio

Redazione VN

L'ex portiere della Fiorentina Alex Manninger ha concesso un'intervista a Ilposticipo.it in cui parla della sua vita senza il calcio:

"Sono tornato a casa a Salisburgo e mi trovo benissimo: ho preso questa decisione dopo vent’anni all’estero. Non ho mai dimenticato le mie radici: sapevo dove sarei tornato alla fine della mia carriera. Ho fatto tutto quello che sognavo nei miei vent’anni lontano da casa. Sono tornato dove tutto è cominciato e sono molto contento. Mancanza del calcio? Mi manca poco il calcio in sé. Mi manca poter condividere successi ed emozioni coi miei compagni di squadra, poi l’odore dello spogliatoio. Non mi manca il calcio che ti fa stare tutti i weekend in giro e che non ti permette di fare altre cose. Non mi manca nemmeno il mondo del lavoro in cui ti dicono che cosa devi fare e quando devi farlo. Il 90% di ciò che devi fare da calciatore è programmato e non hai spazio per altro. Hobby? Sì, ne ho tantissimi che richiedono tempo: uno è il golf, l’altro è la pesca. In Austria ci sono campi da golf bellissimi, tanti laghi e fiumi per andare a pescare. Abito in un vero Paradiso. Vivo in centro, ad una quarantina di minuti da Salisburgo ci sono strutture in cui è possibile andare a sciare durante l’inverno. Vivendo qui posso godermi la città e anche la vita in montagna. Falegname? Sì, lo faccio ancora: mi piace tantissimo costruire case. Sto poco dietro ai macchinari, ma decido quello che dobbiamo fare. Sono ben inserito all’interno dell’impresa immobiliare. Da ragazzino ho fatto l’apprendista da falegname fino all’epoca del diploma, poi ho smesso per il calcio. Sono molto orgoglioso di aver fatto un’altra professione. Nella mia vita mi sono sempre messo in gioco e mi è sempre piaciuto lavorare. Sono stato allenato poco dal Trap, anche lui però è uno che ha preso il calcio con grande serietà per più di trent’anni. Trapattoni fa parte di una generazione di grandi allenatori come Ranieri e lo stesso Zaccheroni. Uomini in grado di stimolare i giocatori".