Non sempre impegno politico e calcio vanno a braccetto. Ma per Renzo Ulivieri questa cosa non vale visto che le sue due passioni di sempre sono queste: il calcio è stato il lavoro, la politica per dirla con le sue parole “è un dovere di cui riappropriarsi”.
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Ulivieri a VN: “Montella insegna un gioco collettivo”
Il presidente Aiac tra calcio e politica “è un dovere”
Ma partiamo dal lavoro di una vita, Renzo la Juventus lo vince questo campionato?
“Ha preso un bel vantaggio ma è molto impegnata in Europa e potrebbe risentirne alla lunga anche nel campionato”.
E la Fiorentina di Montella?
“Sta facendo benissimo perché il tecnico ha dato un senso di gioco collettivo mettendo i campioni al servizio della squadra. Montella ha preso da tanti tecnici e un po’ anche da Luis Enrique dando però più logica al gioco della sua squadra”.
E la cooperativa del gol che ricorda il tuo Bologna?
“Non si trova da altre parti in Italia proprio per questo motivo. E’ vero, nel mio Bologna avevo addirittura proibito ai ragazzi di usare il pronome Io ma volevo solo che usassero Noi. Cominciammo ad andare bene quando un calciatore mi disse ‘Mister a noi mi fa male una gamba’. Era fatta, cominciammo ad ingranare…”.
A parte Montella quali allenatori stanno facendo bene?
“Ce ne sono tanti, potrei dirti Mazzarri, Zeman, ma poi mi piace il Bologna di Pioli, la Juventus. In Italia il campionato è bello e difficile proprio perché ci sono tante variabili da interpretare quando scendi in campo. E poi adesso cominciano ad esserci diversi allenatori che ‘fanno’ le partite sugli avversari ma non difendendo come una volta, ma cercando di attaccarli sfruttando i punti deboli. E’ proprio uno stravolgimento filosofico del calcio”.
Il tuo impegno nell’Aiac pare infinito…
“Ci siamo riuniti per cercare qualcuno che potesse sostituirmi, ma poi i colleghi mi hanno chiesto di restare per dare continuità alla gestione. E ho accettato per un dovere verso di loro”.
Proprio come l’impegno politico che è riemerso dopo tanti anni…
“Io ho sempre avuto due passioni: il calcio e la politica. Anche al corso allenatori quando parlo del pressing chiedo ai ragazzi di dirmi chi ha conquistato la palla, ma la risposta che poi do loro è che la conquista è collettiva e non del singolo. Il pressing è un movimento di popolo.
In Italia abbiamo perso un po’ il senso civico e trovo giusto che la gente se ne riappropri quanto prima. Il nostro dovere è quello di far riavvicinare la gente a questo. Proprio per questo ho deciso di dare una mano ai compagni di SeL. Ecco la mia discesa, o salita come si dice ora, in politica è legata proprio a questo: mi piacerebbe per senso civico dare una mano a recuperare il rapporto fra cittadini e istituzioni”.
In bocca al lupo Renzo…
“Crepi…”
SAVERIO PESTUGGIA
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