Sono tanti i personaggi che hanno vissuto in prima persona la Fiorentina, senza scendere in campo la domenica, ed uno di questi è sicuramente Raffaele Righetti, storico segretario della società viola, che ha dedicato la sua intera carriera (come ricordato da lui stesso) alla maglia viola. Ci siamo fatti trasportare dai suoi aneddoti, dal secondo scudetto alle notti con Nereo Rocco, dalle risate del "petisso" Pesaola a "Picchio" De Sisti.
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PERSONAGGI VIOLA- Righetti: “Che risate con Pesaola, indimenticabile la serata di briscola con il paron Rocco”
Violanews vi propone una nuova rubrica. Ogni settimana vi racconteremo sotto vari punti di vista un personaggio della storia viola. Oggi è la volta di Raffaele Righetti, storico segretario della Fiorentina.
Signor Righetti, lei è un pezzo di storia della Fiorentina, ci racconti il suo rapporto e la sua storia in viola
"Io sono entrato in fiorentina per caso, non mi ero mai occupato di calcio prima. Mi sono diplomato nel '61 al Duca d’Aosta, all’ epoca si era formato un nuovo c.d.a. alla fiorentina e Longinotti aveva sostituito Befani. Avevano bisogno di un ragioniere giovane, perché la Lega in quel periodo obbligava a rispettare una contabilità classica a partita doppia, a differenza di come veniva fatto fino ad allora. Mio zio conosceva il vice presidente Ristori, e mi propose alla Fiorentina, fui assunto per fare l’amministrazione, e così ho fatto fino al '68. Dopo di che sono passato alla segreteria, andò via chi c’era e Montanari, il direttore sportivo, di punto in bianco mi promosse a segretario, mi disse “l’importante è che non metta bocca nelle questioni tattiche”. Nel '68-'69 ho debuttato con fortuna, perché abbiamo vinto il secondo scudetto. È stato un anno straordinario, non se lo aspettava nessuno. Mi ricordo un Fiorentina-Milan 5-2 per esempio, una partita fantastica. Mi ricordo un rapporto meraviglioso con Montanari appunto e Pesaola, l’allenatore. La sede della Fiorentina all'epoca era nello stadio e ci si vedeva spesso.
Ci racconti meglio questo rapporto con il "petisso", ha qualche aneddoto per noi?
"Prima delle partite passava dalla stanza della segreteria, dove eravamo con Montanari. Lui ed io, io scrivevo le formazioni che mi dettavano per portare il referto poi all'arbitro. I numeri erano ancora dall'uno all'undici, io dicevo il numero e lui il giocatore. Un giorno si arrivò al 10, io senza dire nulla scrissi De Sisiti e lui si mise a ridere e mi disse “allora lo dica che la vuole fare lei la formazione”. Ridemmo moltissimo me lo ricordo come fosse ora, il "Petisso" con la sigaretta, è stato veramente un grande allenatore.
Nei suoi anni viola ha visto tanti giocatori passare dalla Fiorentina, quale le è rimasto maggiormenete a cuore, con chi aveva un legame speciale?
"I giocatori che maggiormente mi sono rimasti nel cuore sono due, De Sisti e Antognoni. Picchio è stato un grandissimo giocatore, poi l'ho avuto anche come allenatore ed è stato un rapporto bellissimo con lui. Antognoni invece ci ha davvero illuminati in molti periodi difficili, noi potevamo andare in giro per l' Italia o per l' Europa quando facevamo le coppe e sapevamo che lui ci poteva sostenere e aiutarci.
Ha citato De Sisti allenatore, allora parliamo anche dei tecnici che ha visto susseguirsi in Fiorentina, chi ricorda con più affetto, qualche storia da raccontarci?
"Intanto non posso non citare nuovamente Pesaola, allenatore scudettato e persona fantastica, l'altro di cui voglio parlare è Nereo Rocco, il "paron". Ora se avete qualche minuto ho da raccontarvi una storia divertente. Con Rocco ci fu una cosa molto bella, una volta il "paron" rispose ad un giornalista che gli chiedeva cose sulla formazione e la difficoltà della gara successiva, lui si arrabbiò e lui rispose “ma cosa credete, semo la Fiorentina mica il Poggibonsi”. Il giorno dopo mi chiamò il segretario del Poggibonsi, e mi disse, “Sappiamo che non possiamo competere dal punto di vista del calcio, ma sappiamo anche che a briscola il paron Rocco è un gran giocatore,quindi vogliamo sfidarlo”. Io lo dissi a Rocco e lui rispose subito “Chiaro che andemo”. Andammo in questa casa bellissima del presidente del Poggibonsi, aveva preparato una cena magnifica e ad un certo punto il Paron organizzò la sfida. "Prima presidente e segretario contro due di voi, poi io e Mazzoni", aveva fatto le coppie e preparato le partite . Avevo il paron che mi parlava nell'orecchio e mi diceva “se vincemo niente rivincita", fantastico. Noi vincemmo subito, anche grazie alle carte, che ci girarono benissimo. Quindi poi toccò al Paron e riuscì a vincere anche lui, e iniziò ad esultare “semo più forti anche a briscola, semo fortissimi”. Fu una serata fantastica, mi sono divertito tantissimo, non me lo dimenticherò mai.
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