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tra le braccia della dea

Palladino e il segreto di Pulcinella: con l’Atalanta nasce tutto già in estate

Palladino Atalanta
La scelta dell'Atalanta su Palladino non è stata improvvisata, ma maturata nel tempo: vediamo allora il quadro completo con l'ultimo pezzo del puzzle fornito da Percassi
Paolo Poggianti Redattore 

Le sue parole della scorsa estate ci avevano colpito, era di una convinzione assoluta sul valore della nostra rosa.

Parole e musica di Luca Percassi a proposito di Raffaele Palladino, scelto come nuovo tecnico dell'Atalanta al posto dell'esonerato Juric. In una lunga intervista sulle colonne della Gazzetta dello Sport l'AD orobico ha rivelato di  la scelta non è stata improvvisata, ma maturata nel tempo e già intuita mesi fa, quando Palladino si è tirato fuori dalla guida della Fiorentina. Non è un mistero che in estate, dopo le turbolenti dimissioni a fine maggio ci fosse stata la possibilità per lui di ripartire subito con un progetto. Quello dell'Atalanta che chiudeva l'epoca Gasperini, mentore dello stesso Palladino. Alla fine la scelta era ricaduta su un altro allievo del Gasp: Ivan Juric. E si badi bene: Palladino non ha lasciato Firenze perché aveva sotto un'offerta dei nerazzurri. Tuttavia, che Gasperini avrebbe lasciato si sapeva e non serve una laurea in investigazione per capire cosa ci fosse nell'orizzonte del tecnico. "In cuor suo", come ha detto Percassi.

Il segreto di Pulcinella

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Le parole di Percassi vanno a completare un puzzle di una realtà della quale già si conoscevano i contorni. Un segreto che non è mai stato tale che diventa di dominio pubblico, con l'ammissione di uno dei protagonisti della vicenda. Niente di male, intendiamoci: Palladino e l'Atalanta si erano corteggiati e piaciuti. È una cosa che tutti sanno, proprio come il significato dell'espressione che deriva dalla maschera napoletana di Pulcinella, nota per non riuscire a mantenere i segreti e rivelarli a chiunque.

Corrispondenza d'amorosi sensi

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La “scintilla” - come la definisce Percassi - era nata proprio durante il primo incontro estivo, successivo alle dimissioni. Il nome dell’ex viola era in corsa per il post-Gasperini: “Le sue parole della scorsa estate ci avevano colpito - racconta l’AD - era di una convinzione assoluta sul valore della nostra rosa”. Percassi è convinto che Palladino non abbia mai smesso di considerare Bergamo come destinazione possibile. “Poteva andare altrove, ma ha aspettato l’Atalanta”. Nelle scorse settimane si era parlato di un ritorno alla Fiorentina, al posto dell'esonerato Pioli. E soprattutto dell'interesse della Juventus, qualora non fosse andata in porto la trattativa con Spalletti. Nei bianconeri del resto come direttore tecnico lavora François Modesto, già dirigente di Palladino al Monza. In entrambi i casi non c'erano i presupposti. Quelli che invece da mesi erano sopiti, ma in piedi con l'Atalanta. In estate non aveva un'offerta della Dea, ma sicuramente rientrava nei suoi pensieri. Tanto da non inseguire a tutti i costi altre destinazioni e aspettare che l'andamento della stagione facesse il suo corso.

Continuità nel nome di Raffaele

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Il dirigente conferma anche che il nuovo allenatore incarna ciò che a Zingonia si voleva preservare dopo l’era Gasperini e la parentesi Juric: intensità, cultura del lavoro, aggressività. “Si sa come gioca Palladino - ribadisce Percassi - e comunque questa rosa è costruita per rimanere in una certa scia”. La società orobica, smaltita la gestione Juric, riparte dunque da Palladino, più che da un obiettivo dichiarato. Sarà la “vera Atalanta”. Il tecnico di Mugnano avrà la responsabilità di rimettere in ordine i pezzi, ma anche la libertà di dare una propria impronta a una rosa che considera già all’altezza dei livelli abituali del club.