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“La mia cena per Commisso. Clima familiare, le foto e… gli spaghetti piccanti”

Commisso ha portato a cena la sua famiglia con quelle degli uomini viola Pradè, Antognoni e Montella. C'era anche Joe Barone. La serata...

Stefano Rossi

L'amore per la buona tavola non fa difetto a chi, come Rocco Commisso, è nato in Italia e custodisce l'amore per il suo paese e la sua celebre cucina. Ieri sera il numero uno viola, dopo il summit di mercato con Barone, Pradè, Antognoni e Montella, ha portato tutti a cena fuori. La scelta del locale è caduta sulla trattoria Tullio a Montebeni di Paolo Bacciotti, presidente della fondazione onlus dedicata al figlio Tommasino. A Violanews.com lo stesso Bacciotti ha raccontato la cena che è andata in scena nel suo locale.

Bacciotti, che serata è stata?

"Per me emozionante, ospitare nel mio locale Commisso per la prima uscita cittadina è stato un onore. Ha portato con sé la famiglia, i dirigenti viola e le loro famiglia: in totale erano quarantacinque persone. La sua idea era far conoscere ai suoi parenti chi sono le persone che cureranno la Fiorentina, la sua nuova azienda".

Che clima c'era ai tavoli?

"Disteso, rilassato e amichevole. L'animatore è stato Rocco, andava a parlare con le persone a tutti i tavoli. Anche a quelli dei bambini, stava con loro in allegria. Joe Barone invece mi è sembrato più riservato ma altrettanto gentile e disponibile".

Ha scambiato qualche parola con Commisso?

"Sì, certamente. Lui dice che si attende grandi cose ma che tutti devono essere sulla sua sintonia visto che le risorse economiche ce le mette lui. Ha parlato da imprenditore ma con un linguaggio familiare, mi è piaciuto molto".

Qual è stato il menu?

"Hanno preso il nostro antipasto ricchissimo. Poi a Commisso ho proposto i tortelli fatti a mano ma lui mi ha detto che da calabrese avrebbe preferito qualcosa di piccante. A quel punto ho proposto gli spaghetti dei cavalieri, serviti in una forma di formaggio col peperoncino. Come secondo hanno preso bistecca e pollo a brace".

Vi incontrete ancora?

"Mi ha detto di sì, noi siamo pronti a riaccoglierlo. Prima di andarsene ha visitato tutto il locale e ha apprezzato la semplicità. Verso mezzanotte, quando si è sparsa la notizia della cena da noi, sono arrivati alcuni tifosi per delle foto. Lui si è concesso con la consueta disponibilità. E poi...

Poi?

"Gli ho detto che per Natale lo porterò all'ospedale Meyer, si dovrà vestire da babbo natale e portare i regali ai bambini più bisognosi. Sono sicuro che non mancherà a questo appuntamento".

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