Ma quest'anno i viola sono cresciuti soprattutto perché non si specchiano più in se stessi. Con il risultato ancora in bilico non sono sfuggiti un paio di rilanci di Milenkovic a cacciare il pallone più lontano possibile dall'area di rigore. Lo stesso tecnico ora è meno integralista, senza vergognarsi di inserire il baby Comuzzo - all'esordio in serie A - per passare negli ultimi minuti alla difesa a 5 con Ranieri e Parisi sulla stessa linea dei tre centrali.
VETERANO KAYODE - A quel punto in campo non c'era più Kayode, che ha confermato la sua crescita vertiginosa. Kvara probabilmente lo ricorderà per un bel pezzo. Neppure lui si aspettava il trattamento che gli ha riservato il fresco campione d'Europa Under 19 che gioca come un esterno navigato. Tanto da stordire il georgiano con anticipi, strapotere fisico e continue ripartenze che hanno portato spesso Mike – come lo chiamano i compagni – a fare l'ala più che il terzino. Nessuno se lo aspettava a questi livelli appena un mese e mezzo fa: è giusto che il suo percorso si compia per gradi ma se continuerà così, Spalletti non potrà ignorarlo a lungo.
PECCATI DI GIOVENTU' – Kayode resta comunque un ragazzo di 19 anni e qualche errore lo commette. In questo momento però gli gira tutto per il verso giusto perché su quella rimessa con le mani scriteriata che aveva mandato in porta Osimhen, ci ha messo una pezza Terracciano. Il portiere viola non ha invece potuto far altro che abbattere il nigeriano sulla follia di Parisi a fine primo tempo. Ma anche il suo alleggerimento di petto che è costato il rigore ai viola è figlio dell'inesperienza. In fin dei conti è un altro “millennials” che in serie A ha alle spalle solo un campionato con l'Empoli. Italiano comunque talvolta lo preferisce a Biraghi: forse ora avrebbe meritato più lui del capitano – che non è al meglio – la convocazione in Nazionale perché anche a Napoli, episodio incriminato ha parte, è sembrato padrone della sua fascia con la chicca dell'assist finale a Nico.
LA PREMIATA COPPIA. L'argentino aveva finito stremato la gara di coppa contro il Ferencvaros e ha chiesto all'allenatore di non partire dall'inizio. Un segnale di grande maturità sublimato dal gol trovato nella ventina di minuti che poi Italiano gli ha comunque concesso. In cui Gonzalez – sempre più capocannoniere interno in una squadra che si conferma cooperativa del gol con Brekalo dodicesimo giocatore ad andare a segno – ha creato grande scompiglio nella difesa del fischiatissimo Garcia pur facendo vedere di non essere al top. A differenza dell'altro valore aggiunto di questo sontuoso inizio di stagione viola.
Rientrato a Firenze, Bonaventura è andato dritto a Coverciano ed è giusto così. A 34 anni sta vivendo una sorta di terza giovinezza calcistica dopo l'esplosione nell'Atalanta e la consacrazione con il Milan. In questi primi due mesi ha fatto di tutto: a Udine pareva il secondo di Italiano. Al Maradona invece si è “limitato” ad una prestazione a tutto campo che ha mandato in tilt Lobotka e compagni di reparto. Il gol che ha riportato in vantaggio la Fiorentina a inizio ripresa è parso persino troppo facile per uno con il suo piede educato. La vera domanda è quanto gli reggerà una condizione fisica in questo momento strabiliante, ma ora i tifosi preferiscono porsi altri quesiti. Uno su tutti: dove può arrivare questa Fiorentina che al momento è la vera sorpresa del campionato e sta facendo sognare una città intera?
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