Grinta, personalità e carisma: questo è Federico Guidi, da quest'anno mister della Primavera viola, che tanto bene ha fatto fino a questo momento. I giovani viola si trovano infatti in testa alla classifica del Girone A con 13 punti dopo le prime cinque giornate. In Fiorentina dal 2004, quando dall'Empoli approdò a Firenze per allenare i Giovanissimi Nazionali, Federico Guidi ha gradualmente scalato le gerarchie delle giovanili gigliate. Violanews.com lo ha intervistato in esclusiva e con lui abbiamo parlato di Primavera, ma non solo...
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Federico Guidi a VN: “Vogliamo lanciare altri giovani in prima squadra”
Il tecnico della Primavera si racconta ai nostri microfoni: “Io come Strama? In futuro mi piacerebbe allenare tra i pro”
Mister, ottima partenza per i suoi ragazzi in campionato, quale è il segreto?
Sicuramente è l'impegno che i ragazzi hanno dimostrato fin dal primo giorno di ritiro, mettendosi a disposizione di tutto lo staff e lavorando con serietà. Oltre alle qualità tecnico-tattiche dei singoli vedo anche un grande sacrificio durante gli allenamenti.
Sei l'erede di Leonardo Semplici, ti ha detto qualcosa quando ha lasciato la squadra nelle tue mani?
No, non abbiamo avuto modo di confrontarci, anche se essendo stati a stretto contatto negli ultimi tre anni, io come allenatore degli Allievi e lui della Primavera, abbiamo cresciuto insieme questi ragazzi. Quindi il mio è un naturale proseguimento del suo lavoro.
Quale è l'obiettivo quest'anno della Primavera viola?
L'obiettivo principale è quello di riuscire a portare quanti più giocatori possibili nel calcio che conta. Poi con la crescita dei singoli l'obiettivo sul campo è quello di riuscire sempre a fornire delle buone prestazioni che portano a risultati importanti.
Sei un grande motivatore, come si possono dare le giuste motivazioni a ragazzi così giovani?
C'è un lavoro di fondo: allenare un gruppo folto e tenere alta la concentrazione di tutti i componenti della squadra, anche di chi ha meno minutaggio, non è semplice. Però ho cercato fin da subito di responsabilizzare i ragazzi e di far capire loro che qualsiasi minuto abbiano a disposizione lo debbano sfruttare come motivo di crescita, esprimendo al massimo le loro potenzialità.
L'anno passato allenavi gli Allievi: hai un rapporto più stretto con i ragazzi che ti sei portato da quella squadra?
Ovviamente no, in quanto quelli che componevano il gruppo della Primavera della stagione scorsa li ho praticamente cresciuti prima nei Giovanissimi Nazionali, dove vincemmo il campionato italiano, e poi negli Allievi. Quindi sono tutti giocatori che ho la fortuna di allenare da almeno tre anni. Ma il mio rapporto con loro resta quello che ci deve essere fra giocatore e allenatore, perchè il mio obiettivo è quello di proiettarli nel calcio che conta.
Nella scorsa stagione i tuoi Allievi sono arrivati ad un passo dalle finali nazionali di Chianciano, che ricordo hai dei tre anni passati in questa categoria?
La categoria Allievi è sicuramente un anno particolare, difficile da allenare perchè viene influenzato da varie problematiche, come ad esempio quella dell'età dei ragazzi. Quindi secondo me è un'annata grazie alla quale un allenatore cresce molto, perchè le dinamiche per stimolare un ragazzo sono veramente tante. Nel mio percorso infatti credo che la categoria degli Allievi sia quella da cui ho imparato di più.
Passiamo ora a parlare di Federico Guidi: qualcuno ti ha definito "il nuovo Stramaccioni". Senti di avere qualocosa in comune con il tecnico dell'Udinese?
(ride, ndr) Questa è una definizione un po' azzardata. Ho un grande legame con Andrea perchè siamo praticamente cresciuti insieme. Ci siamo conosciuti da avversari quando lui allenava i Giovanissimi della Roma e io quelli della Fiorentina e da lì è nato un rapporto di stima e fiducia reciproca che ci ha portato a diventare anche grandi amici. Inoltre quando allenava l'Inter venne a vederci in una partita a Empoli. Abbiamo avuto un percorso analogo in due settori giovanili molto importanti e quello che ci accomuna è il lavoro svolto sui ragazzi nei minimi dettagli.
L'Italia sta riscoprendo i giovani con i vari Rugani, Tonelli e Bernardeschi, pensi che il campionato italiano, anche con l'avvento di Conte sulla panchina della Nazionale, possa ritornare a grandi livelli?
Me lo auguro perchè per uno che ha avuto il mio percorso vedere tanti giovani arrivare nelle prime squadre ed essere protagonisti è anche sinonimo di un lavoro svolto al meglio nel vivaio. Io penso che nel calcio italiano il futuro debba per forza di cose passare dai nostri giovani e quindi spero che l'affermazione dei vari Rugani, Tonelli e Bernardeschi, ma anche degli altri giovani che stanno facendo bene fra serie A e serie B, come ad esempio Pucciarelli nell'Empoli e Fazzi nel Perugia, faccia aprire gli occhi a tanti e porti a dare maggiore fiducia ai nostri talenti.
Tra l'altro con i tuoi ragazzi hai partecipato anche al reality "Giovani speranze" su MTV, possono le telecamere sviare i giovani dal loro obiettivo principale?
Possono assolutamente sviare, anche se devo dire che la Fiorentina riesce a tenere i ragazzi quasi come in una campana di vetro, difendendoli da tutto e da tutti. I successi dei vari Fazzi, Capezzi e Bernardeschi testimoniano che non solo non sono stati distratti, ma anzi che il reality, che definirei più un docu-reality in quanto si sono documentate le problematiche di ragazzi che hanno lasciato le loro famiglie per inseguire un sogno, è stato un motivo di crescita nel riuscire ad interagire con le telecamere.
Un' ultima domanda: ti sentiresti pronto per una panchina di Serie A o B?
Non sta a me dirlo. Questo è il primo anno che alleno la Primavera, cercherò di lavorare nel miglior modo possibile e poi nel caso saranno gli altri a decidere se e quando sarà possibile un salto di qualità. Comunque l'ambizione c'è ed è anche una motivazione in più per migliorarsi.
LORENZO AGOSTINI e ANDREA CONSALES
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