esclusive

E se a Catania provassimo a giocare… due tempi?

Fragilità psicologica e troppi cambi di modulo: spesso i viola hanno “regalato” metà gara agli avversari nelle ultime giornate

Redazione VN

Le ultime 5 partite della Fiorentina hanno avuto un elemento in comune: una prestazione dai due volti. Un tempo, o anche meno, con almeno qualche indicazione positiva e un'altra parte di gara da dimenticare. Non sempre nello stesso ordine. E' successo in casa col Napoli, dove il primo tempo è stato dignitoso prima del crollo dopo l'intervallo; al contrario col Bologna, con un bel primo tempo (chiuso però immeritatamente sul doppio svantaggio) e una ripresa disarmante. E sulla stessa falsariga si sono poi sviluppate le partite con la Lazio, il Cesena e il Parma, con i viola spenti o addirittura inguardabili nella prima parte per poi uscire alla distanza raccogliendo - negli ultimi due casi - anche qualche punto.

Problemi caratteriali, più che fisici, quelli palesati dalla Fiorentina a cui troppo spesso è bastato un episodio per abbattersi o per risvegliarsi. Ma anche motivazioni tattiche che chiamano in causa Delio Rossi, ancora in piena fase sperimentale nella ricerca del modulo "giusto" per la sua squadra. Tanti cambi, anche in corsa, e qualche scelta un po' cervellotica non hanno aiutato la Fiorentina a trovare continuità di rendimento... neanche all'interno di una singolo match. Forse, adesso, è il caso di smettere di regalare mezza partita agli avversari ed esprimersi al massimo dal 1' al 90'. Possibilmente a partire da Catania.

SIMONE BARGELLINI