La partita del cuore di lunedì è stata una forte emozione per i tifosi della Fiorentina. Vedere insieme campioni come Toldo, Antognoni, Baggio (seppur in panchina, eccetto per il rigore) e Batistuta è stato bello, così come è stato divertente ammirare Montella nel vecchio ruolo da attaccante. Per un commento su questa serata e sulla Fiorentina, Violanews.com ha contattato Alberto Di Chiara, ex viola e adesso collaboratore del Parma.
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Di Chiara a VN: “Rossi come Baggio”
E sul caso Parma: “Ecco perché non rischiamo l’Europa League”
Quante emozioni in un'unica serata.
“E' stato tutto bellissimo, sia per il motivo per cui è stata organizzata la partita del cuore sia perché sono state riunite diverse generazioni di campioni. Mi ha fatto venire un po' di nostalgia del calcio anni '80 e '90, che secondo me aveva più valori rispetto a quello attuale. Vedere persone che si sono emozionate quando sono scesi in campo Toldo, Antognoni, Baggio e Batistuta mi ha fatto capire che non sono l'unico ad avere questa nostalgia. Dal punto di vista della credibilità questo calcio è inferiore”.
C'è un personaggio che può incarnare i valori del passato?
“Direi Pepito Rossi, un giocatore di altri tempi. Non è pieno di tatuaggi, non ha la cresta e segna sempre. Non solo: non prende mai in giro l'avversario, esulta con moderazione, ha una storia complicata alle spalle ma si è sempre rialzato. Dovrebbe essere un modello per tutti”.
Prandelli lo porterà in Brasile?
“In queste settimane ha dato garanzie dal punto di vista fisico ed è tornato pure al gol, io penso che farà parte dei 23 definitivi. Certo, il Mondiale in Brasile è particolare anche dal punto di vista del clima: bisogna essere in ottime condizioni, sono convinto che però Rossi andrà al Mondiale, è uno che può incidere sempre. Per certi aspetti mi ricorda Pablito Rossi, mi sembra più forte tecnicamente rispetto all'attaccante del Mondiale '82. Nei movimenti mi ricorda Baggio, è uno sempre coordinato, che si fa trovare sempre pronto”.
Pasqual e Aquilani a rischio esclusione: un pensiero?
“Il mio pensiero è che tutti e tre i viola andranno al Mondiale. Pasqual è un giocatore importante anche a livello di spogliatoio, Aquilani un centrocampista completo”.
Lei segue da vicino le sorti del Parma, c'è davvero il rischio di perdere l'Europa League?
“Secondo me no, sono molto ottimista, pur non essendo l'amministratore delegato della società credo di potermi sbilanciare. Spiego la situazione: ci sono stati dei ritardi in pagamenti (trattasi di alcune ritenute Irpef che ammontano complessivamente a 300.000 euro ndr) ma non credo che salti una competizione per un ritardo. Il ritardo poi è dovuto ad un disguido: il Parma ha fatto tutto in regola, ha saldato tutte le pendenze residue per 13 milioni ed erano rimasti fuori proprio i 300.000 euro”.
Perché allora non pagare anche quella cifra?
“Perché la società pensava che fossero anticipi finanziari (lo ha dichiarato anche l'ad del Parma Leonardi ndr), infatti dopo la sentenza di primo grado il club ha cercato di risolvere il tutto ma – secondo la Uefa – questo non era sufficiente perché la scadenza era del 31 marzo”.
A sentire tutto questo però l'Europa League sembra a rischio?
“Per un equivoco non si può saltare una manifestazione, al Parma poi sono stati mesi complicati, è entrato un nuovo socio (Energy ndr), che ha sborsato 25 milioni. Nel bilancio di una società di calcio 300.000 euro non sono molti, il ritardo – come ho detto – è dovuto ad un disguido, per questo sono ottimista”.
NICCOLO' GRAMIGNI
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