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Casolini a VN: “Il Basilea farà fatica in EL. Sousa? Un uomo vero, ricorda Ancelotti”

Il noto giornalista svizzero: "Ha fatto gavetta pur avendo vinto tutto da calciatore. Il Basilea? E' il più debole degli ultimi cinque anni"

Stefano Rossi

Manca sempre meno al fischio di inizio di Fiorentina-Basilea, gara di esordio per i viola in questa edizione dell'Europa League e soprattutto sfida al proprio passato per Paulo Sousa. Per conoscere meglio la squadra svizzera nei suoi pregi e nei suoi difetti e per scovare aspetti meno noti di Paulo Sousa, Violanews.com ha contattato Nicolò Casolini, giornalista della RSI (equivalente della Rai in Italia), voce delle partite della nazionale elvetica e ottimo conoscente del tecnico portoghese.

Nicolò, che squadra è il Basilea del dopo Sousa?

E' una squadra che ci aveva abituato bene con Paulo, si erano qualificati ai preliminari di Champions ma sono usciti. La filosofia della società è quella di pescare giocatori in mercati minori per poi rivenderli a prezzi più alti. Inoltre sanno far crescere i giovani del proprio vivaio. Quest'anno hanno steccato il mercato, hanno ceduto giocatori di qualità come Frei e Streller oltre che Gonzalez. I rimpiazzi che hanno scelto, Janko e Bjarnason, non sono sul livello dei predecessori. Soltanto Kuzmanovic, vostra vecchia conoscenza, è stato un acquisto di un certo rilievo. Vinceranno il campionato svizzero a mani basse ma questo è il Basilea più debole degli ultimi 5 anni. L'attuale allenatore, Urs Fischer, ha un nome di risonanza minore rispetto ai recenti Sousa, Yakin, Vogel e Fink. Nel girone di Europa League faranno fatica per passare il turno.

Tra i tanti addii c'è stato quello di Sousa, che ricordo ha lasciato in Svizzera?

E' stato ospite nella mia trasmissione (come si può vedere nella foto ndr). E' una delle poche persone vere che esistono nel mondo del calcio, lo posso garantire. Quando allenava il Basilea concedeva selfie ai bambini anche quando entrava in campo per una partita di Champions, salutava tutti stringendo la mano. Dai giornalisti fino agli inservienti e ai magazzinieri. Ha il pedigree del fuoriclasse assoluto. Probabilmente il suo calcio era troppo italiano per il campionato svizzero. E' attento alla tattica e ama il gioco d'attacco, sono convinto che farà molto bene. Qui ha avuto un solo difetto...

Quale sarebbe?

La lingua. Non sapeva il tedesco e questo un po' ha infastidito i tifosi e la stampa locale. Il suo addio è stato un fulmine a ciel sereno, ma la chiamata della Fiorentina non si poteva rifiutare, era una grossa opportunità da cogliere al volo.

Che futuro prevedi per lui, visto che lo conosci bene?

E' un predestinato, gli allenatori portoghesi quando cominciano bene poi spiccano il volo. Hanno dei limiti quando le cose non girano ma Sousa è più vicino alla gente, è più sorridente rispetto a Mourinho e Villas Boas. Mi ricorda molto Ancelotti. E' meticoloso e disponibile, ed ha coraggio nel lanciare i giovani come ha fatto con Embolo. L'aspetto che più gli fa onore è quello di aver vinto tutto da giocatore e di aver iniziato la carriera da allenatore partendo da Israele e dall'Ungheria. Ha fatto tanta gavetta, cosa che in Italia spesso e volentieri viene bypassata.

In Svizzera che partita si aspettano tra Fiorentina e Basilea?

Il Basilea è forte soprattutto in casa, meno in trasferta. Se staranno bene fisicamente giocheranno all'attacco puntando come sempre sulla prima parte della partita. Il reparto difensivo non è molto veloce e di questo aspetto la Fiorentina può approfittarne, il Maccabi ha vinto così nel preliminare di Champions. L'unico reparto dove gli svizzeri sono più forti dei viola è quello del portiere: mi stupisce il fatto che Vaclìk sia ancora nella Superleague e non in un campionato superiore come la Serie A.