Abbiamo parlato in esclusiva con Marco Bucciantini, giornalista, scrittore e noto opinionista di Sky Sport. Obiettivo fare chiarezza sul presente e sul futuro della squadra viola.
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Bucciantini a VN: “Colpe di tutti, ma c’è un gol per ripartire. Piatek? Non serve”
Marco Bucciantini, volto di Sky Sport, a Violanews: "La svolta negativa contro la Samp, errore di progettazione in attacco"
"La Fiorentina vista lunedì non lascia tranquilli i propri tifosi. Come si spiega una prestazione del genere e quali sono invece gli aspetti positivi?
Il momento di difficoltà che sta vivendo la Fiorentina genera questo tipo di partite. Niente di quello che provi in settimana si traduce sul campo dove hai avversari davanti e fantasmi nella testa. In questa sofferenza, almeno con il Genoa si è vista maggiore organizzazione ma la svolta è stato l'ingresso di Bonaventura, che ha portato una presenza in più in area vicino a Vlahovic. Partendo da fuori area, leggendo gli spazi, ha creato tanti problemi alla difesa del Genoa, ha rotto l’allineamento di centrali creato da Maran: mai vista una linea difensiva fatta totalmente di stopper, ma la staticità di Ribery e Callejon ha favorito le loro marcature, mentre i movimenti di Bonaventura le hanno fatte saltare per aria. Da quel momento abbiamo creato, e molto, e Vlahovic è finalmente entrato in partita.
Quali prospettive vede per questa squadra, c'è il rischio di dover fare i conti con le zone basse della classifica?
Il gol all'ultimo minuto è quello che serviva, un rintocco emotivo che può e deve liberare da alcune paure. Se assumiamo che i problemi siano psicologici quello di lunedì è un pareggio importante. Resta la consapevolezza di avere qualcosa in più della lotta salvezza ma non troppo: le ultime due stagioni sono state chiuse a 45 punti di media. Purtroppo è andato perso un pezzo di calendario favorevole, ma la svolta negativa della stagione è stata la sconfitta con la Sampdoria, che ha disperso il valore accumulato nel finale del campionato scorso e nelle due buone prime partite: 24 ore dopo abbiamo perso anche Chiesa, che era il più forte o almeno il più capace di produrre qualcosa anche in assenza di manovra. Lui in qualche modo, in area ti ci portava. Come fa Ribery quando sta bene.
Un tema ricorrente della stagione viola è la sterilità offensiva, quali sono le cause a suo parere?
Ribery e Callejon non sembrano in grandi condizioni fisiche. Adesso serve capire se tenerli in campo è utile per ritrovare la loro condizione. Loro non dovrebbero essere il punto di partenza di un senso e di un progetto di squadra, ma la loro classe residua va recuperata perché in questi momenti può e deve aiutare. La loro forza mentale, la loro biografia deve incidere e trascinare. Sono giocatori molto diversi: Ribery sa creare calcio. Callejon invece è sempre stato il terminale di un meccanismo perfetto, non quello che lo iniziava (al limite, era un attaccante di quantità nel soccorso alla fase difensiva). Vlahovic ha problemi anagrafici, Cutrone ha problemi tecnici, Kouame ha problemi tattici, è difficile scegliere dove metterlo in campo: tutti oggi hanno anche impacci mentali, abbiamo compromesso la spensieratezza tipica della loro età. Tre profili inoltre con poche reti alle spalle: questo è stato un errore nella progettazione della squadra. Prandelli deve trovare un gioco: con questi attaccanti non può partire dai gol, non arriveranno spontanei. Non si cercano i gol, si cerca un gioco e tutto il resto arriverà di conseguenza. Lavoro lungo, bello e difficile, soprattutto perché negli ultimi tempi eri abituato ad arrivare in area di rigore individualmente con Chiesa e Ribery. Adesso che i tuoi attaccanti non sono indipendenti le cose vanno fatte diversamente.
Come valuta le scelte operate dalla società sul mercato, sono stati commessi errori?
È stato un anno particolare, molte squadre hanno puntato sulla continuità e ne hanno giovato. Abbiamo lacune ma ad essere deludenti sono i punti di forza, come quel centrocampo che sulla carta tanto pareva forte, dove pure la palla è al sicuro, ma scorre lenta, troppi tocchi, troppo dominio, poco pensiero veloce e coraggioso, poca verticalità, poco movimento senza palla (per questo Bonaventura lo farei giocare sempre: lui vede e si butta negli spazi). In difesa sono tanti e bravi, ma possono diventare forti solo dentro un'idea di squadra e una identità tattica. In attacco ci manca la generazione di mezzo: quella affidabile. Pradè è convinto che Vlahovic possa fare molti gol: ci credo anche io, e forse faccio posto al tifoso più che al giornalista. Ma quanti Under 21 sono andati in doppia cifra lo scorso campionato, dove pure si è segnato tantissimo?
Uno solo, Kulusevski, e partendo dall'esterno del campo. Unico fra i primi 25 marcatori. E solo Lautaro (titolare nell'Argentina e nell’Inter) fra gli Under 25 è sicuro di segnare tanto. Questi sono fatti. E non abbiamo Ibrahimovic davanti che ha protetto la crescita dei giovanotti del Milan. Più in generale, se le cose vanno male, le colpe sono di tutti: della proprietà (troppo aspra con politici, giornalisti, con i massimi sistemi e troppo indulgente con se stessa e con i dipendenti) alla dirigenza, dagli allenatori ai giocatori. Tutti sono sotto rendimento.
C'è chi ipotizza l'inserimento di un nuovo centravanti a gennaio. Alcuni rumors raccontano di un interessamento per Krzysztof Piątek dell'Hertha Berlino, la convince?
No. Magari qualcosa in più dei nostri può dare, ma a me Piatek non piace. Ho ripetuto spesso in tv che lui e Suso erano i limiti del Milan: uno poco tecnico, l'altro perfino troppo e comunque entrambi pochissimo associati agli altri: via loro, via molti equivoci. Non ho cambiato idea: Piatek ha limiti tecnici, spalle alla porta fa molta fatica, non va negli angoli, non disturba le linee difensive, non aiuta lo sviluppo del gioco, anzi, spesso mi è sembrato deprimerlo. È bravo se gli porti la palla gol ma è una riduzione datata di questo ruolo. Poi, dopo i quattro mesi al Genoa ha giocato poco e male e segnato pochissimo. Non possiamo continuare ad accumulare giocatori “incompleti”, dobbiamo cercare giocatori “determinanti”. Se prendi un calciatore che non risolve il problema (e per me Piatek non va bene per una squadra un po’ sotto ritmo come la Fiorentina) di fatto aggiungi un problema. Comunque, se la squadra migliora, i nostri possono bastare: il problema è che non sono loro che possono migliorarla, ma nemmeno Piatek. Io spero di vedere Kouame e Vlahovic in tandem, vicini (non con l’ivoriano ala…) e Bonaventura dietro loro. Ma al di là dei nomi, dopo un gol all'ultimo secondo, dopo un urlo così, dopo essere sopravvissuti, adesso serve una squadra viva, vera, piena e tante cose saranno rivalutate meglio."
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