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Vargas&c., quando vendere è un’impresa

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Pare che Preziosi abbia detto: e che c’ho scritto Jo condor?. Insomma: ma per chi mi avete preso? E così Pradè ha incassato: Uno, due e tre, tutti tornati a casa come Lassie. Vargas, Cassani e Olivera. E il diesse non ha battuto ciglio, chiaro. Non è che pensasse che fosse facile liberarsi di tre giocatori che Montella non vuole e, soprattutto, di tre stipendi che pesano sul bilancio e nemmeno poco. Al netto si viaggia sui 3,5 milioni. Il doppio al lordo. Quando un’estate fa aveva piazzato il triplo colpo al Genoa, Pradè si sarà sentito leggero come un Supertele calciato nel vento. D’altra parte a Preziosi gli ex viola erano sempre piaciuti: da Frey a Dainelli.

Lussuosi avanzi di un passato di gloria riciclati duecento chilometri a nord ovest. Ma non va sempre bene. Il portiere ok. Dainelli arrivederci e grazie e gli altri addio e stop. Un triplo pacco che complica un po’ il lavoro del direttore sportivo, che

tra un accordo con Gomez a tempo, un’offerta da 30 milioni per Jovetic che non arriva («e che c’ho scritto Jo condor» devono averglielo detto in molti di questi tempi), deve anche fare i conti con il ritorno del trio meraviglia, che purtroppo non ha lasciato tracce indelebili nel cuore dei tifosi rossoblù. D’altra parte che il “loco” Vargas fosse una scommessa quasi persa era facile prevederlo: un grande talento appassito da una vita tirata al massimo. Infortuni, appannamenti e qualche buona prestazione.

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