Alzi la mano chi avrebbe scommesso un euro a fine maggio sulla permanenza di Cuadrado a Firenze. Il giocatore aveva salutato i compagni di squadra e i direttori sportivi Pradè e Macià dando a tutti appuntamento a Barcellona e se n’era andato in Brasile a servire assist al fenomeno James Rodriguez. Il finale della storia sembrava già scritto. Ma ancora una volta tutti avevano sottovalutato «l’effetto Della Valle». È da quando sono entrati nel calcio che i proprietari del club viola si ribellano a operazioni di mercato virtualmente concluse. Ricordate? Il passaggio di Toni all’Inter; l’accordo verbale tra la Juve e Jo-Jo; il pressing del Milan su Ljajic. Storie vere. Con tanto di accordi più o meno segreti con i giocatori e i rispettivi manager. Tutte naufragate in vista del traguardo.
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Toni, Jo-Jo e ora JC11. Un’altra ribellione per sognare il titolo
Nessuno avrebbe scommesso sul colombiano un altro anno a Firenze. E invece ancora una volta Andrea Della Valle…
Rispetto al passato, stavolta le motivazioni per questo nuovo trasferimento saltato per aria sono diverse. Toni serviva per evitare la retrocessione dopo la penalizzazione per Calciopoli e Jo-Jo era necessario per rimettere in piedi una Fiorentina che stava ripartendo da zero. L’operazione Cuadrado è figlia, invece, di una sfida: provare ad alzare l’asticella fino ai limiti della zona scudetto. Perché una squadra che ha davanti Gomez, Cuadrado e Rossi e in mezzo al campo Borja Valero, Pizarro e Aquilani può iniziare il campionato permettendosi di sognare. Tutte queste cose Andrea Della Valle le ha dette a Cuadrado.
Il senso del ragionamento del patron è stato più o meno questo: rischiamo insieme per provare a entrare nella storia di Firenze. La società rinuncia a trenta milioni (tanto è stata l’ultima offerta del Barcellona) e il giocatore «congela» il suo passaggio al fianco di Messi e Neymar. La stretta di mano tra il patron e JC7 ha sancito questo patto. Poi, tra dodici mesi, le logiche di bilancio e le ambizioni personali probabilmente torneranno a prendere il sopravvento. Ma in un calcio italiano sempre più povero e impaurito la sfida dei Della Valle e di Cuadrado merita di essere accompagnata con simpatia.
La Gazzetta dello Sport
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