Nel caso del portiere Norberto Neto è stato tirato in ballo il concetto di riconoscenza, ormai in estinzione nel calcio. Girano troppi soldi per essere riconoscenti, ognuno in genere si fa gli affari propri perché un altro valore (il senso di appartenenza) è stato sconfitto dalle logiche di mercato e in genere dai tempi. Può forse esistere un bel gruppo, non un gruppo che si identifica in una società, un ambiente, una città. Fanno perciò sempre più notizia i giocatori che si legano a un club per molti anni: Firenze ha avuto Antognoni e Totti a Roma è una specie di Dalai Lama, un'icona più recente della fedeltà. In pratica una dimostrazione vivente della preistoria.
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Neto, la resa dei conti è vicina: o rinnovo o cessione
La Roma è tornata sotto. I primi di gennaio l’incontro con Pradè: in caso di addio porta a Tatarusanu
NETO sembra destinato a lasciare la Fiorentina (vedremo poi se a costo zero o con un parziale indennizzo alla società, andandosene entro il mercato di gennaio) e tornando al tema della riconoscenza è difficile colpevolizzare esclusivamente un attore del grande bazar del calcio. L'appartenenza, questa sconosciuta. A chi o cosa si appartiene, ormai, nel mondo irresistibilmente multietnico del calcio? La Fiorentina ha 32 giocatori in rosa e 26 sono stranieri in rappresentanza di 19 nazionalità. Record italiano. Fa perciò notizia e simpatia l'Empoli che si presenta a Firenze con 9 italiani titolari (alcuni cresciuti addirittura nel club) di fronte a una squadra viola formata esclusivamente da stranieri. Non è stata una novità. A margine della collezione di nazionalità c'è stato il gol del fiorentino Tonelli per l'Empoli: la vittoria dei km zero sulla globalizzazione.
Detto questo, l'addio di Neto rischia di tradursi in una notevole perdita di denaro per la Fiorentina. E qui si entra in un altro campo, quello della «riconoscenza economica»: deve qui entrare in gioco il manager del giocatore (in questo caso Stefano Castagna) per trovare il compromesso migliore anche in vista di futuri rapporti con la società e in segno di rispetto questo sì per l'investimento tecnico fatto dalla Fiorentina sul giocatore. La cessione di Neto a gennaio rappresenterebbe un parziale sollievo per i conti viola, anche se ovviamente il ricavato sarebbe inferiore al valore di mercato. Ma se la Fiorentina ha pagato 5 milioni un giocatore che si avviava allo svincolo (Badelj) potrebbe trovare il modo di capitalizzare almeno un po' l'addio di un giovane portiere di valore. Per La Repubblica si parla di una cifra attorno ai 2-2,5 milioni di euro che la Fiorentina potrebbe ricavare dalla vendita del giocatore nelle prossime settimane.
Improbabile aspettarsi una mozione degli affetti da parte di Neto, che forse già in estate aveva preso la decisione di andarsene dopo l'arrivo di Tatarusanu, improbabile anche cercare un unico colpevole in questa vicenda. Per La Nazione, l'appuntamento p fissato al 3 di gennaio, quando dal Brasile arriverà il padre di Neto, mentre per La Repubblica e Stadio la data giusta sarà quella del 2 gennaio. Nuovo step di mercato con i dirigenti viola e nessuno, c'è da scommetterci, punterà sul concetto di riconoscenza. La Roma intanto - scrive ancora La Repubblica - è tornata sotto (2 milioni l’offerta) e la maglia da titolare assicurata, con probabile partecipazione Champions. Ma giurano tutti che non c’è nessuna firma. Sabatini e Pradè si sono anche scambiati i regali di Natale. Potrebbe il diesse della Roma accoltellare alle spalle il suo collega? Chissà. Di certo c'è che in caso di divorzio tra Neto e la Fiorentina, i Della Valle dovranno anche acquistare una riserva credibile per Tatarusanu, fino ad oggi a zero presenze in campionato e famoso tra i tifosi (Europa League a parte) soprattutto per essere il cugino della nuova Miss Europa.
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