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La missione di Neto, parare lo stress

Il brasiliano al momento è titolare ma deve dimostrare il suo talento

Redazione VN

Il giovane Norberto Murara Neto è a Firenze da due anni e mezzo e ha giocato solo 8 partite (11 gol presi), non è quindi invecchiato per il troppo stress e l’aspetto quasi adolescenziale sembra confermarlo. Norberto ha la faccia da baby sebbene due giorni fa abbia compiuto 24 anni: a quell’età c’è chi ha giocato già quasi 200 partite in serie A. Lui deve semplicemente capire quale tipo di mestiere farà da grande. La sua condizione di «talento in allenamento» gli è servita il giusto con la Fiorentina e nella nazionale brasiliana alle Olimpiadi di Londra, dove dopo una partita ha perso il posto da titolare. La solita storia: è un fenomeno in allenamento, ma poi.

A 24 anni Neto deve cancellare quel «ma poi». Ora o forse mai più, perché dopo 30 mesi di panchina _ con l’occasione non sfruttata contro Viviano _ è il momento di svoltare. E per un portiere il sentiero è sempre pieno di problemi, incognite, trappole impreviste. Quello del portiere non è un ruolo come gli altri, il talento e la bravura ti accompagnano per mano fino all’orlo del precipizio, da lì devi proseguire da solo cercando di non cadere: servono nervi saldi, ma è soprattutto la continuità a fare la differenza. In una parola: un portiere è bravo se è affidabile. Il talento serve a poco senza la capacità di restare concentrati, il disastro si può nascondere ovunque, in qualsiasi momento, dietro un colpo d’occhio mal valutato, un’uscita sballata, una deviazione colposa. Un portiere è sempre solo contro il mondo. Un portiere sa che i bonus sono pochi. Neto in particolare li ha finiti.

Montella lo sa, per questo la responsabilità della sua scelta raddoppia: si tratta di affidare il ruolo più difficile a uno strano debuttante che avrà pochissima benevolenza intorno a sé. I tifosi hanno il fucilino puntato, la critica anche. Ma se davvero l’allenatore è convinto, è il momento di togliersi il dubbio.

Con tutti i rischi del caso, perché giocare in amichevole contro il Villarreal o lo Sporting Lisbona non sarà mai come trovarsi in campionato a San Siro, o all’Olimpico, oppure a Firenze con lo stadio pieno e le aspettative di una città che ha - finalmente - una grandissima squadra con un punto interrogativo in porta. Per Neto altre tensioni, altri ostacoli da superare. Ma questo è davvero il momento di togliersi il dubbio: quel fenomeno in allenamento potrà forse far comodo anche in partite. Sarebbe un peccato doverlo scoprire in seguito.

La Nazione