Il lungo addio di Jovetic è stato celebrato dai tifosi con rancore, ironia o disinteresse. Forse succede dappertutto, ma a Firenze è peggio. Solo qui un talento ricercato dai grandi club può andarsene - insalutato -come gli ultimo degli scarsi. Ma anche Jovetic ci ha messo del suo: la scintilla non si è mai accesa, è rimasta in canna. Ventate d’inverno nell’ultima stagione, nonostante i 13 gol. Più che l’affetto, Jovetic ha sentito aumentare il numero dei soprannomi (il Bua, Musolungo, fino a poco profetico Juvetic) rassegnandosi alla modesta considerazione in curva, considerandola come un effetto collaterale della sua decisione. Stava lavorando per andarsene da almeno due anni, Stevan aveva stabilito che sarebbe stato meglio cambiare aria.
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Jovetic, il grande talento che volle esplodere altrove
Un addio pianificato in due anni
Nessuna finzione da parte sua, ma tante mezze partite dopo un campionato (quello disgraziatissimo di Mihajlovic e Rossi) pieno di spifferi sulla prudenza eccessiva di Jo Jo, i mugugni dei compagmi per le sue assenze (famoso il confronto di Gamberini con Jovetic di fronte a Corvino dopo la trasferta a Cagliari). Il filo si era già rotto, un anno fa solo l’intervento di ADV era riuscito a intercettare la voglia di fuga di un giocatore che, per il secondo anno di fila, si è presentato in versione depotenziata. Jovetic lascia pochi rimpianti e 30 milioni _ quasi 20 in più di quanto è stato pagato 5 anni fa da Corvino _ consegnandosi agli almanacchi con 116 partite e 35 gol. Alcuni importantissimi.
Eppure dopo 2 anni di logorìo sentimentale restano in mente le immagini più sfocate di un «ingrato» che ha deciso di non decollare a Firenze. Questo è stato il limite di Jo Jo. Aveva forse paura di restare prigioniero? Firenze è una città d’arte, sappiamo cosa fa a chi viene e chi parte. E ricorda le immagini peggiori: dopo lo 0-5 in casa contro la Juve - l’umiliazione massima nell’era Della Valle - Jovetic in campo strinse la mano sorridendo ai bianconeri. E ora, lasciando Firenze, esorta i tifosi a leggere tutta l’intervista rilasciata alla Gazzetta, e non solo il titolo. Ma il testo - visto con gli occhi viola - è anche peggio.
La Nazione
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