Il patto violato

Continuano a far discutere le parole di Stevan Jovetic, “prigioniero” di una clausola rescissoria da 30 milioni firmata da lui stesso e dal suo procuratore, che affida alla Gazzetta dello Sport la sua richiesta di libertà. Tutto gira attorno ad un patto, quello con Andrea Della Valle, che lo scorso anno gli chiese di restare un altro anno, con la promessa di una cessione agevolata l’anno dopo e di una squadra all’altezza in questa annata. Il patron la sua parte del patto l’ha rispettato, la Fiorentina messa attorno a Jovetic è stata una delle più belle degli ultimi anni, e la clausola rescissoria, anche se da 30 milioni (stabilita in precedenza), avrebbe dovuto permettere al montenegrino di avere in mano il proprio futuro. Una cifra alta, ma non altissima, basti pensare che nell’ultimo anno si sono trasferiti già 15 giocatori a cifre più alte, e non tutti erano campionissimi (Witsel e Javi Martinez i primi nomi che vengono in mente).

Piuttosto Stevan dovrebbe guardare alla sua metà del famoso patto, rispettata formalmente rimanendo a Firenze, ma solo parzialmente da altri punti di vista. Probabilmente Jojo si aspettava un addio più semplice o una Fiorentina più malleabile in fase di trattativa, sta di fatto che nel girone di ritorno il suo rendimento è stato ben sotto le aspettative, con cinque gol segnati, di cui due con i viola già avanti di due reti. Se un anno fa i 30 milioni sembravano una cifra troppo bassa per il valore del giocatore e ad inizio stagione si pensava addirittura ad alzarla, mentre ora raggiungere la fatidica cifra sembra un miraggio, un motivo ci sarà... e la colpa non è certo della Fiorentina, che anzi, gli ha costruito attorno una squadra con cui esprimesi ad altissimi livelli. D'altronde anche quest'anno di squadre disposte a spendere soldi per dei campioni ce ne sono, forse più di ogni anno. Giusto per fare un esempio caroa Jovetic, se un giocatore come Roberto Baggio a 24 anni fosse messo oggi in vendita a 30 milioni probabilmente ci sarebbe la fila per accaparrarselo.

FRANCESCO CIANFANELLI

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