Ora è evoluzione, poi forse sarà rivoluzione. Il destino della panchina del Milan per la prossima stagione è tutt’altro che deciso, e la fase di riflessione nel club rossonero va avanti con continue variazioni nel fixing. Ieri le quotazioni di Luciano Spalletti hanno subito un’impennata, mentre da Firenze è giunta notizia di un malcontento che Vincenzo Montella non si cura di nascondere. I rapporti fra i Della Valle e il Milan sono tornati eccellenti, ed è escluso che si scateni una guerra sull’allenatore. Che però da sempre piace a Silvio Berlusconi e a Adriano Galliani. E anche questa è cosa nota.
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Gazzetta: Il Milan continua a pensare a Montella
La clausole del tecnico viola è alta. L’altro candidato è Spalletti…
Malesseri - «Vorrei allenare una squadra che si rinforza, mi piacerebbe che i migliori rimanessero, dipende da che salto di qualità si intende fare», ha detto il tecnico della Fiorentina dopo la sconfitta con il Sassuolo. E ancora, ridendo: «Io al Milan o alla Juve? Non sapevo del loro interesse. Per me l’importante, vista la situazione in Italia, è avere una panchina». Insomma, il tecnico non sembra dare l’impressione di volersi ancorare al club viola a vita, ma potrebbe anche trattarsi di dichiarazioni strategiche, giusto per spingere il club a diventare ancora più competitivo. E comunque il corteggiatissimo Montella ha una clausola di rescissione alta (sette milioni) che il Milan non potrebbe né vorrebbe pagare. Diverso il discorso di Spalletti: ha ancora un anno di contratto con lo Zenit che lo ha esonerato due mesi fa, ma è tutt’altro che irraggiungibile.
Possibilità - Spalletti guadagna circa quattro milioni l’anno netti: potrebbe accordarsi per una buona uscita di un paio di milioni dal club di San Pietroburgo, e così magari accontentarsi di uno stipendio più basso dal Milan, che già pagava (e dovrà pagare, salvo accordi differenti) 2,5 milioni a stagione a Seedorf. L’olandese, incurante di questa giostra, prosegue nella sua politica di indifferenza e risultati positivi, spinto dal cosiddetto popolo dell’hashtag (#iostoconseedorf). Dall’epilogo della vicenda Seedorf dipende anche la possibilità per il Milan di ingaggiare un allenatore più o meno caro: con Clarence totalmente a libro paga per altre due annate, l’unica soluzione resterebbe quella di Filippo Inzaghi, l’uomo di casa che piace a Galliani, ma non convince del tutto Berlusconi per via della mancanza di esperienza.
Carlo Laudisa e Alessandra Bocci - La Gazzetta dello Sport
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