Mercato in tempi di vacche e operazioni magrissime, con eccezioni collegate soprattutto ai soldi della Champions (Juventus, Roma). Rose e stipendi da abbattere, su tutte le squadre italiane c’è l’ombra della recessione calcistica collegata al declino generale. Il modello finanziario si richiama del resto al fair play imposto dall’alto, cioè dalle regole Uefa: i dirigenti italiani — negli ultimi anni abituati a sperperare con modestissimi risultati tecnici i soldi delle tv — ora sfruttano il karma rasoterra del «prestito con diritto di riscatto», una specie di formula magica per i bilanci e gli amministratori delegati. Che nel frattempo gestiscono le macerie tricolori di un campionato in cui solo 8 calciatori su 100 provengono dai settori giovanili delle squadre di A (in Svezia, tanto per avere un’idea, sono quasi 40 su 100 e in Germania più del doppio rispetto all’Italia); gli stranieri, molti peraltro scarsi, sono in maggioranza: il 54 per cento nell’ultima stagione. Ma basti ricordare che 109 di questi hanno giocato meno di 8 partite, uno spreco assurdo di risorse e di denaro.
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In questo scassato quadro di devastazione tecnica e risparmi generali — che il calcio spera evidentemente di migliorare con Tavecchio presidente federale — la Fiorentina si è mossa forzatamente in anticipo rispettando i tempi previsti per il riscatto di metà Cuadrado, 15 milioni da girare all’Udinese ai quali vanno aggiunti i 3,5 garantiti al Monterrey per Basanta. Poi sono arrivati Tatarusanu a parametro zero, Octavio in prestito, Brillante definitivo per una cifra mai comunicata, comunque bassa, Beleck nel quadro dell’affare JC11. I rientri di Babacar e Bernardeschi hanno completato uno scenario che è — in gran parte — ancora da consolidare. Logico che molto dipenda da Cuadrado, ma questa non è una novità, com’è logico che Juve e Roma si siano esposte con spese garantite dalla copertura Champions. Il Napoli ha risorse da investire, ma l’ampiezza economica del raggio d’azione sarà probabilmente più netta dopo lo spareggio contro l’Athletic Bilbao per entrare in Champions. Così è la vita in tempi di magra, quando JC11 luccica e la Fiorentina aspetta.
La Nazione
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