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“Ecco perchè Anderson ha fallito allo United”

Ecco come descrivono in Inghilterra il brasiliano in arrivo a Firenze

Redazione VN

L'imminente addio di Anderson al Manchester United ha sollevato pareri e sensazioni contrapposte, sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori. A sintetizzare bene la situazione, a nostro avviso, è un articolo di Metro (guarda la pagina originale in inglese) nel quale si ripercorre l'esperienza del centrocampista brasiliano nei Red Devils. "Cosa aveva reso grande Anderson, ha finito per portarlo alla caduta" è il titolo del pezzo.

Si racconta del carattere solare di Anderson - da buon brasiliano - che gli aveva permesso di entrare fin da subito nelle simpatie della tifoseria. E grazie alla sua natura di non prendere il calcio troppo sul serio, aveva avuto l'esuberanza per imporsi appena 19enne in uno dei club più importanti del mondo e di battere uno dei rigori (segnando) nella finale di Champions del 2008 vinta con il Chelsea dopo l'1-1 al 120'. Ferguson puntava molto su di lui e sulla sua trasformazione tattica da fantasista a centrocampista puro e nei primi due anni il giocatore ex Porto e Gremio veniva impiegato con discreta continuità.

Poi però sono iniziati i problemi, a partire dalla rottura del legamento crociato del febbraio 2010 che lo ha costretto a 6 mesi lontano dal campo. E così - si legge nell'articolo - quello stesso atteggiamento leggero e scanzonato che lo aveva aiutato all'inizio, è diventato un ostacolo per lui quando avrebbe dovuto lottare per riconquistare il posto in squadra. La sua tendenza ad ingrassare lo ha portato a non mantenere sempre la forma ottimale e questo lo ha fatto diventare oggetto di critiche e anche di scherno da una parte della tifoseria che ha accolto come una bella notizia il passaggio alla Fiorentina. Questo suo limite caratteriale gli ha impedito di diventare un giocatore importante nel Manchester United ma, si conclude nell'articolo, la maggior parte dei tifosi ricorderà con affetto Anderson.

SIMONE BARGELLINI

twitter @SimBarg