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Ciao Mounir, il Mago invisibile vola in Spagna

A Firenze verrà ricordato soprattutto per il suo gol a San Siro contro il Milan, battuto tre a uno. Un bel destro a girare dal limite, all’incrocio dei pali in …

Redazione VN

A Firenze verrà ricordato soprattutto per il suo gol a San Siro contro il Milan, battuto tre a uno. Un bel destro a girare dal limite, all'incrocio dei pali in una giornata da incorniciare. Ma resterà nella mente anche per la rigida osservanza del Ramadan, che in estate lo porta a digiunare e ad allenarsi a ritmo ridotto. 

Mounir El Hamdaoui sta per diventare un giocatore del Malaga, dove approderà in prestito con diritto di riscatto cercando maggior fortuna che nel nostro Paese. Il marocchino se ne va dall'Italia dopo un anno, lasciando dietro di sé un senso di incompiutezza e di inespresso, perché a tutti ad inizio campionato aveva dato la sensazione di avere i colpi in grado di far innamnorare la tifoseria. Piedi quasi brasiliani, estro e dribbling: quando entrò in campo alla prima dell'anno scorso in campionato con l'Udinese, strappò applausi al Franchi. Non a caso in passato era stato soprannominato il Mago.

Ma a Firenze El Hamdaoui ha smarrito in fretta la bacchetta, senza mai riuscire a trovare continuità né ad integrarsi col gruppo. Non si tratta di una novità, considerato che all'Ajax gli era andata pure peggio. Nel suo ultimo anno di permenenza in Olanda, ai ferri corti con il tecnico De Boer, era stato relegato ai margini e di fatto non aveva giocato in prima squadra per una stagione intera. Colpa forse di un carattere un po' introverso, che lo ha portato anche ad isolarsi.

A Firenze comunque Montella aveva fiducia nel marocchino e nella sua classe, e gli ha dato discrete chance per mettersi in mostra. Ma El Hamdaoui è parso spesso in difficoltà ad inserirsi negli schemi della squadra, molto solista e poco disciplinato tatticamente. Senza dimenticare le diverse abitudini di vita e i problemi con la lingua, che gli hanno creato un'ulteriore difficoltà con i compagni fino a farlo diventare quasi un corpo estraneo. Già il suo matrimonio con la Fiorentina era stato faticosissimo: nel gennaio del 2012 il suo passaggio al club di Della Valle sembrava una formalità tanto che il marocchino aveva assistito dalla tribuna anche alla partita dei viola contro il Siena. In realtà l'acquisto non fu mai definito perché nell'ultimo giorno di mercato l'Ajax chiese garanzie bancarie che la Fiorentina non poteva fornire nell'immediato (gli istituti di credito erano già chiusi) ma anche per le vecchie pendenze del giocatore nei confronti della società olandese. Tutto rimandato a luglio quando si concretizzò il suo arrivo a Firenze ma il Ramadan (fino al 18 agosto) lo costrinse ad una preparazione differenziata. «Appena avrà mangiato qualche bistecca e si sarà rinforzato, gli avversari dovranno preoccuparsi», sostevano in tanti ad inizio stagione. Ma i piccoli infortuni e la lontananza da Firenze per un mese e mezzo per la partecipazione alla Coppa d'Africa non lo hanno mai fatto decollare. 

E alla fine, con 19 presenze e tre gol in campionato, El Hamdaoui si è rivelato un mezzo flop.

Corriere Fiorentino