Marcel Vulpis, fondatore ed editore di sporteconomy., ha parlato ai microfoni di Lady Radio:
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Vulpis: “Gravi problemi finanziari nel calcio già prima del coronavirus, crisi accelerata”
Il parere del giornalista: "Questo è un calcio che costa troppo, non c’era bisogno del covid per arrivare a pensare al taglio degli stipendi"
"Diritti televisivi in chiaro o meno? La proposta del ministro Spadafora va verso coloro che non possono acquistare i pacchetti Sky-Dazn, al netto di questo per fare quello che dice lui bisognerebbe cambiare il decreto Melandri: ciò non è facile perché ci sarebbero sicuramente delle proteste da parte di coloro che hanno interessi in tutto questo, in primis ovviamente le emittenti satellitari".
"Fin tanto che il campionato non riparte, non arriveranno i pagamenti dei diritti televisivi: ci sarebbe anche la richiesta di uno sconto sull'ultima rata della prossima stagione: è tutta una questione in gioco, intanto deve ripartire bene il campionato e deve concludersi ugualmente senza problemi, dopodiché si parlerà del resto".
"Coronavirus svolta per il calcio? Tutti devono puntare alla sostenibilità economica, naturalmente adesso bisogna pensare alla conservazione e alla sopravvivenza del sistema: il calcio italiano già in pre-Covid aveva dei grossi problemi finanziari, per cui era solo questione di tempo perché si arrivasse a una crisi; il Coronavirus ha semplicemente accelerato questo processo. Questo è un calcio che costa troppo: non c’era bisogno del covid per arrivare a pensare al taglio degli stipendi; il monte salari è la fonte principale su dove andare a lavorare, come anche la mole delle commissioni a favore dei procuratori. Non è possibile che Raiola arrivi a percepire il 20%, non si trovano percentuali corrispondenti in altri mondi: tutto questo è fuori mercato".
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