Fiesole alle spalle, le maglie viola in campo, gli ex tifosi – che ancora oggi lo adorano quasi quanto quelli blucerchiati – a cui provare a dare un dispiacere. Non sarà una partita come tutte le altre, quella di domani, per Emiliano Viviano. Il motivo - scrive la Repubblica Genova - è noto, e risponde alla voce “fede calcistica”. Il portiere sampdoriano è fiorentino di nascita e tifo, è sempre stato tifoso viola – da bambino come da adulto, anzi professionista – ed è uno dei pochi calciatori che ostenta con orgoglio il proprio legame con una squadra del cuore. Una caratteristica che lo fa apprezzare da diverse altre tifoserie, in giro per l’Italia, e che domani – in un incontro che questa Samp di bassa classifica non può permettersi di sbagliare – arricchirà di significato una partita già di per sé importantissima per entrambe le squadre. Insieme ai ricordi della sua unica stagione giocata con la maglia della Fiorentina, ormai tre anni fa, e alle tante suggestioni che si porta dietro la sfida del Franchi.
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Viviano e la Fiesole, emozioni e rimpianti pensando alla salvezza
Partita particolare per Viviano, da sempre tifoso viola
Al suo secondo ritorno nello stadio di casa dopo l’avventura in viola (il primo incrocio i era stato il secco 2-0 firmato Diamanti- Salah dell’anno scorso), per Viviano la trasferta di domani significa moltissimo. Cresciuto nel settore giovanile gigliato, un giglio tatuato sul petto e una figlia chiamata Viola non per caso, in ballo non ci sono tre punti qualsiasi. Mettere di nuovo piede sul campo del Franchi, per l’estremo difensore blucerchiato, vorrà dire ancora una volta ritornare con mente e cuore alla sfortunata stagione 2012-13, soprattutto. Quando dopo un anno di alti e bassi la società finì per non confermarlo e a complicare le cose fu anche e soprattutto un rapporto mai sbocciato con l’allenatore. Che allora era lo stesso di oggi, Vincenzo Montella.
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