Il caso della morte in un campo da gioco di Piermario Morosini, nel corso della partita tra Pescara e Livorno a causa di un arresto cardiaco, apre un dibattito sull'importanza della presenza negli impianti sportivi e nell'uso consapevole del defibrillatore, uno strumento di efficacia fondamentale se usato in tempo. L'utilizzo di un defibrillatore non ha neanche necessità di particolari conoscenze, ma anzi può essere usato dopo un corso di primo soccorso di sole 12 ore da qualunque membro di una società sportiva, anche se non medico. Il defibrillatore, grazie agli elettrodi adesivi, genera una scarica elettrica che va a ristabilire un battito cardiaco regolare in seguito ad un episodio di arresto se utilizzato entro un periodo di 5 minuti. Nel caso degli apparecchi semiautomatici può addirittura effettuare in modo autonomo e veloce un esame cardiaco del paziente definendo l'intensità della scarica da usare, o addirittura, come negli ultimi modelli, dare indicazioni vocali sulla procedura di utilizzo. Ogni minuto di ritardo nel somministrare la scarica elettrica riduce del 5-10% la probabilità di riavviare il cuore ad un battito regolare.
altre news
Studio VN: l’importanza del defibrillatore nello sport
Percentuale di sopravvienza sotto al 2%. La situazione in Toscana
Secondo i dati del Ministero della Sanità ogni 19 minuti in Italia una persona muore a causa di un arresto cardiaco improvviso per un totale di circa 70.000 vittime ogni anno. I più esposti al rischio sono naturalmente gli ambienti dove si pratica esercizio fisico: il 5% dei decessi annuali avviene durante uno sforzo fisico in ambito sportivo (allenamento, partite); e la percentuale di sopravvivenza all'arresto cardiaco è inferiore al 2%. Considerando il fatto che uno strumento come il defibrillatore ha un costo variabile dai 1500 euro per i semiautomatici ai 3000 per gli automatici, ci si chiede come mai non siano già ampiamente diffusi anche a livello locale. Il problema sta nella legge ad hoc, da tempo ferma in Parlamento, che obbligherebbe la presenza in ogni impianto di un defibrillatore. Nulla toglie però che presidenti, allenatori e dirigenti delle società sportive si muovano, sensibilizzati dall'argomento, ad un atto volontario di acquisto, per favorire le attività in tutta sicurezza.
LA SITUAZIONE IN TOSCANA- Premessa l'importanza del tempestivo utilizzo del defibrillatore, è importante chiedersi quanti impianti sportivi siano ad oggi dotati di queste macchine, visti i recenti drammatici episodi dei pallavolisti Vigor Bovolenta e Veronica Gomez, dei calciatori Renato Curi, 24 anni di Perugia, Marc Vivien Foe, Antonio Puerta, ventitreenne del Siviglia e, ultimo solo in ordine cronologico, il bergamasco Morosini. E chissà di quanti altri sportivi dilettanti, non saliti alla ribalta della cronaca (specialmente nel ciclismo). In Toscana, per esempio, c'è un defibrillatore ogni 5 campi sportivi, e la situazione di aggrava in provincia di Firenze dove sono soltanto 30 su 170 società di calcio attive, ad avere in dotazione un apparecchio salva vita. Resta comunque il fatto che il numero dei defibrillatori non è accompagnato da un altrettanto numero di persone abilitate ad usarlo. Quindi è necessaria quanto prima una sensibilizzazione, soprattutto nelle società dilettantistiche, verso la formazione delle conoscenze. Resta comunque il nervo scoperto del calcio amatoriale, praticato durante la settimana da persone non allenate, spesso meno controllate dei dilettanti.
Già nella scorsa estate i consiglieri regionali della Toscana, Loris Rossetti del PD e Paolo Marini (FdS-Verdi), avevano proposto una legge per rendere obbligatori i defibrillatori ed un certo numero di persone qualificate negli impianti sportivi della regione, circa 8 mila. Ad oggi però, la legge si è persa nei meandri della burocrazia, come sottolinea anche il consigliere del PdL Marcheschi: “E' necessario rendere immediatamente obbligatorio il salvavita per tutti gli impianti sportivi. E' il momento di rispettare le promesse fatte”.
Anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha aviuto modo di parlare dell'argomento durante la trasmissione sportiva Forza Viola su RTV38: “La Regione è pronta è dare un contributo per comprare i defibrillatori a tutte le società sportive (non solo calcistiche) che lo richiederanno”.
La domanda che sorge spontanea rimane quindi: era proprio necessaria la morte di un ragazzo di 25 anni in diretta tv per smuovere le acque intorno a questo delicato ma fondamentale argomento?
CHIARA BAGLIONI
© RIPRODUZIONE RISERVATA