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Stadio Franchi, al Ministero arriva un’altra richiesta: “Non toccate il sacrario del 1944!”

Idra scrive al Ministro Franceschini

Redazione VN

Nella storia recente della città di Firenze, il “Franchi” è qualcosa di più di uno stadio. E’ un luogo infatti che conserva una memoria tragica dell’ultima guerra. Era ancora il “Berta” quando, la mattina del 22 marzo 1944, sotto la curva lato ferrovia, poco lontano dalla torre di Maratona, vennero fucilati cinque giovani trascinati qui dai campi coltivati del Mugello, colpevoli di essersi sottratti all’arruolamento nelle fila della Repubblica Sociale Italiana, per un’esecuzione che servisse da monito ai coetanei. A cominciare dalle giovani reclute schierate ad assistere alla fucilazione. Ezio Campani, storico associato di Idra, scrive una lettera al Ministro Dario Franceschini, trasmessa per conoscenza al sindaco di Firenze Dario Nardella:

“Oggi un Altare con un Cristo alto 2 metri e una lapide in ricordo dei 5 giovani martiri è ben visibile attraverso una cancellata di protezione, sotto quella curva". Il Cristo è opera di Emanuele Zambini, scultore e pittore, che abitava nel viale Manfredo Fanti, a pochi metri dallo stadio comunale.  “Nei giorni successivi alla fucilazione, l'allora parroco della chiesa di San Gervasio si recò a casa dello scultore chiedendogli di fare un Cristo da sistemare sul luogo del triste evento. Emanuele lo fece, e ancora oggi l'Opera è lì, vigile sui cinque nomi”

Senza entrare nella complessa matassa della querelle sul futuro dello stadio comunale Franchi, l’associazione fiorentina Idra, iscritta al registro regionale del volontariato per la tutela del patrimonio ambientale e culturale della Toscana, così conclude la sua nota al ministro Franceschini:

“In queste ultime ore, abbiamo appreso, l‘ACF Fiorentina Le ha trasmesso alcuni quesiti circa le conseguenze che la nuova normativa sugli stadi produrrebbe in relazione alla conservazione del complesso progettato da Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci.

Noi Le scriviamo qui, sollecitati dal sig. Campani, affinché non si trascuri – nel contesto del dibattito sull’opera -  l’importanza e il valore della tutela del sacrario.

Il monumento di Campo di Marte infatti – a nostro avviso - rappresenta di per sé per Firenze e per il Mugello un presidio inamovibile di memoria collettiva, un valore civile profondo la cui conservazione appare necessaria e ineludibile a fini testimoniali.”