Le chiamano porte girevoli. Scherzi del destino, in buona sostanza. Basta un dettaglio, una parola di troppo o una non pronunciata, si può addirittura mettere di mezzo una diagnosi maledetta, e tutto cambia. Perché è anche dal dolore più nero che possono nascere le storie d'amore. Chiedere a Cesare Prandelli, per conferma. Fatto sta che se questa porta fosse rimasta ferma, oggi forse la Fiorentina avrebbe un Paulo Sousa in meno e un Vincenzo Montella in più alla voce monte ingaggi.
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Sliding doors: Sousa e la Sampdoria, ecco cosa successe
Se questa porta fosse rimasta ferma, oggi forse la Fiorentina avrebbe un Paulo Sousa in meno e un Vincenzo Montella in più alla voce monte ingaggi...
La vicenda ci riporta esattamente ad un anno fa, quando la Sampdoria, evidentemente già conscia del fatto che il futuro di Mihajlovic si sarebbe sviluppato lontano dalla Genova blucerchiata, stava già lavorando al tecnico del futuro. Il profilo individuato fu proprio quello di Sousa. Seguirono i viaggi a Basilea degli emissari blucerchiati per osservare e valutare da vicino il lavoro dell'allenatore lusitano. Le relazioni che ne seguirono, ebbero tutte esito positivo. Estremamente positivo.
E' così che si passò velocemente ai contatti diretti tra le parti, fino ad arrivare ad un passo dalla chiusura. Finché all'improvviso ecco l'imponderabile e la brusca frenata: a Nacho Torreño, preparatore atletico nello staff di Sousa e grande amico del tecnico lusitano, venne diagnosticato un cancro (male dal quale Torreño, tra l'altro, è guarito del tutto solo recentemente). Paulo temporeggiò, ma la Samp aveva bisogno di un allenatore, e pure in fretta dopo aver saputo della partecipazione ai preliminari di EL.
La scelta, come ben sappiamo, alla fine ricadde su Walter Zenga, mentre Sousa, confortato dalle reazioni positive di Torreño alle terapie e alle operazioni del caso, a giugno decise di accettare l'offerta della Fiorentina. Questa è la storia di ciò che poteva essere ma che non è stato. Per fortuna.
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