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Sconcerti: “Cuadrado in confusione tattica. Giovinco ok per la Fiorentina”

L’ex dirigente della Fiorentina e attuale giornalista Sky Mario Sconcerti ha parlato così nel corso del Pentasport in onda su Radio Blu: “Cuadrado? Penso stia vivendo un momento di confusione …

Redazione VN

L'ex dirigente della Fiorentina e attuale giornalista Sky Mario Sconcerti ha parlato così nel corso del Pentasport in onda su Radio Blu:

"Cuadrado? Penso stia vivendo un momento di confusione tattica. Sta cambiando troppo spesso ruolo e questo non capita ai campioni. Può darsi che il Mondiale abbia influenzato sulla sua forma fisica, ma non mi sembra la causa principale di questo suo calo. Gli manca il coraggio, non si butta più la palla in avanti per saltare l'uomo. Ha il freno a mano tirato. Si accontenta di fare le cose semplici. Vendere Neto? A gennaio bisognerebbe ci fosse un grande estimatore per il brasiliano. I dirigenti hanno perso un po' il controllo di questa faccenda. Giovinco andrebbe benissimo per la Fiorentina, ma non penso arriverà a Firenze. Il problema è che su di lui ci sono tante altre squadre.

Gomez-Marin? Il primo fa i gol, il secondo gli assist. Sinceramente non mi sembra il caso di lasciar fuori Babacar. L'obiettivo di adesso è rimettere in sesto la squadra. Se il gruppo faticherà a ricompattarsi, dovremo pensare prima a salvarci. La Fiorentina è stata molto lenta nell'ultimo anno per quanto riguarda il possesso palla. Non è il momento di discutere Montella, per qualche settimana ancora bisogna continuare ad accettare le decisioni del tecnico.

Lo staff sanitario viola ha molta prudenza con Marin, quello che ha vissuto il centrocampista tedesco nell'ultimo anno non si dimentica, ha subìto infortuni pesanti. Se non avrà ricadute, riuscirà a giocare abbastanza partite perché è un buon giocatore.

Lo sfogo di Conte? Le parole di Conte le aveva già dette Prandelli. La nazionale è da molto tempo che non esprime un bel calcio. In generale, mi sembra che il calcio interessi poco ai ragazzi a differenza del passato. In Italia abbiamo perso una generazione di allenatori. I tecnici giovani, molto spesso, si ritrovano ad allenare ex compagni. Così viene a mancare la serietà".

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