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Schillaci: “La Juve sa vincere anche in trasferta”

La gara tra Fiorentina e Juventus riporta inevitabilmente la mente alla finale Uefa del 1990, vinta tra le polemiche dai bianconeri. Uno dei protagonisti di quel doppio confronto fu Totò …

Redazione VN

La gara tra Fiorentina e Juventus riporta inevitabilmente la mente alla finale Uefa del 1990, vinta tra le polemiche dai bianconeri. Uno dei protagonisti di quel doppio confronto fu Totò Schillaci, attaccante della Juve di allora, guidata in panchina da Dino Zoff. La redazione di TuttoJuve.com ha contattato in esclusiva l’ex calciatore, che ha ricordato quella contestatissima vittoria.

“C’è sempre stata poca simpatia tra i tifosi fiorentini e la Juventus. In quell’occasione vincemmo 3-1 in casa e poi pareggiammo 0-0 al ritorno, su campo neutro, ad Avellino. Il ritorno fu molto combattuto, nella Fiorentina c’era Baggio che stava per passare alla Juventus. Fu una gara molto accesa, con numerose occasioni da gol da parte dei toscani. Io ero al mio primo anno nella Juve, con me c’era anche Casiraghi. La nostra era una squadra mediocre, non eravamo particolarmente competitiva, ma abituata a lottare. C’erano altri schemi di gioco, si effettuava la marcatura a uomo. Insomma, era un altro calcio. Non eravamo fortissimi, ma sicuramente eravamo grandi combattenti, così riuscimmo ad arrivare in finale e a vincerla, con grande soddisfazione”.

Questa sera, invece, la Juve sarà decimata dagli infortuni e il risultato dell’andata non è particolarmente favorevole. Crede che il passaggio del turno sia compromesso per i bianconeri?

“Non c’è niente di compromesso, perché la Juve è abituata anche a vincere in trasferta, quindi è una partita da giocare. La Juve è una squadra competitiva, che non ha rivali oggi in Italia, basti vedere il distacco in classifica rispetto alle altre. Conte ha una rosa molto completa, anche rispetto alla stessa Fiorentina, ha 22 campioni a disposizione e può permettersi di fare delle scelte. La Juve deve avere un atteggiamento offensivo e cercare di vincere, basta un gol per rimettere tutto in discussione, il risultato dell’andata non pregiudica nulla. Certo, in partenza la Fiorentina è favorita, ma è una partita ancora aperta, in 90 minuti può succedere di tutto”.

Lei parla di una Juve dalla rosa completa. Ma cosa manca per essere più competitivi in Champions League?

“In Champions ci sono grandi squadre, quindi la Juve deve migliorare. Dovrà acquistare qualcuno di esperienza per affrontare questa competizione, perché in Italia ha già dimostrato negli ultimi anni di essere la più forte. Quest’anno solo la Roma le ha dato un po’ di filo da torcere, ma non c’è stato nulla da fare. La Juve è tornata in Champions da due anni, per cui deve fare tesoro di queste esperienze e cercare di migliorare, perché credo che il prossimo anno l’obiettivo sia arrivare fino in fondo in questa competizione, anche per un risvolto economico”.

Crede che la grande differenza tra la Juve e le altre in Italia sia solo merito dei bianconeri o pensa che il livello del campionato italiano sia basso?

“Ci sono alcune compagini forti, come la Fiorentina, che con Montella è tornata ad essere una grande squadra; poi ci sono state diverse sorprese, come le cosiddette provinciali, che stanno facendo bene; c’è la Lazio, che comincia sempre bene ma poi si perde con il tempo; lo stesso Napoli, che è partito bene, però ha perso tanti punti, in particolare con le cosiddette piccole. Insomma, direi che la Juve attualmente non ha rivali, perché dispone della rosa migliore, infatti Conte ha grande possibilità di scelta, e ha dalla sua anche il fattore campo, con un tifo incredibile, che dà grande carica a chi scende in campo”.

A proposito della vasta scelta di calciatori a disposizione di Conte, cosa pensa del caso Quagliarella, escluso dai piani del tecnico? Da attaccante, come si sarebbe comportato?

“Quando si gioca in squadre importanti come la Juve, c’è il rischio di stare fuori per molto tempo, perché la rosa è ampia e, nel caso specifico dei bianconeri, il parco attaccanti è molto affollato, con Osvaldo, Giovinco e Vucinic, oltre a Llorente e Tevez. Io, da tifoso juventino ed ex calciatore bianconero, se fossi stato escluso per così tanto tempo avrei deciso di andare altrove, per poter giocare. E’ vero che è un orgoglio giocare in una squadra come la Juve, ma far panchina non è bello, per cui avrei preferito andare in un’altra squadra. Tra l’altro Quagliarella è un giocatore molto rapido, che ha risolto diverse partite, per cui non farebbe fatica a trovare un’altra squadra, anche competitiva. A volte i tecnici puntano su alcuni giocatori, Conte, ad esempio, preferisce Llorente a Quagliarella, perché evidentemente lo vede meglio. In questi casi sta al giocatore decidere se rimanere o andare altrove. Di certo Quagliarella, se vuole, la squadra la trova”.