Il calcio italiano deve avere il coraggio di imboccare una nuova strada, non può più permettersi di continuare a convivere con questa deplorevole atmosfera di violenza. Deve riacquistare una propria dimensione etica ed educativa, e farlo soprattutto per il bene dei giovani. Trattandosi del primo movimento sportivo nazionale è chiamato a dare il buon esempio, allontanando per sempre dagli stadi chi non accetta il rispetto di certi valori.
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Sanzo (Pres.Coni Toscana) “Il calcio non può convivere con questa violenza”
Le parole del Presidente della sezione toscana del Coni Salvatore Sanzo "Ormai abbiamo la dimostrazione che certi episodi di violenza verbale e scritta appartengono a una buona parte del mondo del calcio"
Lo dice Salvatore Sanzo, presidente del CONI Toscana e olimpionico di scherma, nel commentare gli ormai abituali episodi di cronaca che stanno facendo da triste corredo ai weekend calcistici. Ultimo in ordine di tempo quello accaduto sabato scorso a Firenze prima della sfida tra Fiorentina e Juventus quando nei pressi dello stadio Artemio Franchi sono comparse scritte oltraggiose indirizzate alle vittime dell’Heysel e all’ex difensore della Juventus e della Nazionale Gaetano Scirea.
Ormai abbiamo la dimostrazione che certi episodi di violenza verbale e scritta appartengono a una buona parte del mondo del calcio – continua Sanzo – E’ un problema grave e ampiamente diffuso, non localizzato in aree geografiche o legato a certi club o a certe tifoserie. Finché gli autori di simili gesti rimarranno quasi impuniti o riceveranno lievi condanne, il calcio e lo sport in generale saranno solo sconfitti e non potranno riacquistare credibilità. Dobbiamo individuare e rendere noti i colpevoli, infliggere loro pene severissime, proibire loro di continuare ad agire indisturbati. Dobbiamo finirla con l’assurdo teatrino del rimpallo di responsabilità. Non potremo tornare a vantarci del prestigio del calcio italiano se non saremo in grado di eliminare la violenza, una piaga sociale e culturale dalla quale lo sport deve mantenere la totale estraneità.
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