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Roberto Baggio e la firma sulla panchina viola… a Torino

La comunità di via Fulvio Croce stava ricordando Pasquale Ozino, barbiere del quartiere scomparso qualche anno fa. Poi l'arrivo del Divin Codino...

Redazione VN

Mirafiori, periferia torinese, una panchina e Roberto Baggio. Tre parole che a prima vista non sembrerebbero avere nulla in comune. O meglio, una panchina in un quartiere di Torino magari sì. Una panchina e Roberto Baggio, statistiche alla mano, apparentemente no. Eppure nessun sosia, nessun miraggio, il Divin Codino era davvero a Torino per una panchina. Per riconoscerlo, però, non bisognava cercare il piede ma il cuore.

LA SORPRESA — In silenzio e lontano dai riflettori, la comunità di via Fulvio Croce stava ricordando Pasquale Ozino, barbiere del quartiere scomparso qualche anno fa. Si era impegnato molto per riqualificare le strade della zona e i suoi concittadini avevano voluto omaggiarlo dedicandogli proprio una panchina. Era un amante del calcio, tifoso della Fiorentina: dunque andava fatta di colore viola. Aveva una passione smodata per il Divin Codino, sulle pareti della sua bottega risaltava orgogliosamente la maglia numero 10 del Brescia: dunque ci voleva anche Roberto Baggio. E così, nel giorno dell’inaugurazione, è arrivato proprio lui: niente scarpette né maglia da gioco, per riconoscerlo bastava davvero il cuore.

LA VICENDA — E' arrivato a piedi, come un semplice vicino in ritardo. Poche parole, una battuta ("dove devo imbrattarla?") e una firma con dedica: "Anche se non lo conoscevo, ho saputo che era una persona di valore". Ed è bastata una lettera per convincerlo: "Pasquale adorava Baggio perché diceva che fosse una persona per bene – racconta Raffaella Perrone, coordinatrice all’urbanistica della Circoscrizione 2 nonché organizzatrice dell'appuntamento – e che nel mondo ci fosse bisogno di persone così”. E il Divin Codino ha risposto con una pennellata delle sue.