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Ranieri: “E non finisce qui… Sarei un pazzo a farmi da parte ora”

"Al Leicester gruppo fantastico, non voglio grandi nomi ma gente che non rompa l’armonia dello spogliatoio. E sabato Bocelli canterà allo stadio"

Redazione VN

Prima delle parole, champagne e strette di mano. Claudio Ranieri brinda coi giornalisti - tanti in più di quanti fossero a inizio stagione, ad agosto - poi attacca la sua prima conferenza stampa da campione di Inghilterra. E, se ce ne fosse stato bisogno, dimostra che il successo non lo ha appagato, né gli ha fatto perdere la voglia di alzare ancora l’asticella.

"Farmi da parte ora per lasciare un ricordo indelebile? Sarei un pazzo... Ho cambiato gioco ad inizio stagione e i calciatori mi hanno seguito. Al Leicester ho trovato un buon mix e la loro professionalità è stata fantastica: anche chi non ha giocato spesso ha regalato prestazioni straordinarie quando chiamato in causa. Nessuno si è lamentato negli allenamenti, tutti hanno lottato per trovare un posto in squadra".

COME UN ATTORE — Per questo il tecnico non romano non lascia, anzi raddoppia: “Ho detto che mi sarebbe piaciuto arrivare a Wembley per giocarmi una finale con questa squadra? Lo confermo, ma prima fatemici arrivare, poi vi dirò quale partita e contro chi mi piacerebbe giocare. Voi mi vedete qui, ma io sono come un attore: ci sono e non ci sono. Vi ascolto, vi guardo, ma in realtà sono fuori da questa stanza e sono concentrato sulla prossima partita contro l’Everton, sabato”.

ARRIVA BOCELLI — Sarà quella della festa, da celebrare in casa propria, al King Power Stadium, e dovrà quindi essere memorabile, completa di invitati all’altezza dell’evento. Ranieri ne ha chiamato uno inatteso: "Avevo conosciuto Andrea Bocelli a un concerto che aveva tenuto a Londra. Mi ha chiamato uno o due mesi fa, era felice per quello che stava succedendo qui e mi ha detto che sarebbe stato contento di venire a cantare per noi e gli ho detto che sarebbe stato fantastico. Che aria canterà? Nessun dorma".

VORREI RISPONDERE, MA... — Prima di guardare avanti, è però giusto e logico voltarsi indietro ancora una volta, tanto più che il passato è freschissimo e dal gusto assai dolce: "Mi sono goduto non soltanto le ore immediatamente successive alla vittoria del campionato, ma tutta la stagione, perché fin dall’inizio ho avvertito qualcosa di speciale nell’aria. Non mi sarei mai aspettato di vincere, ma abbiamo lavorato molto duro per riuscirci. Lo so, tutti i club, tutti gli allenatori, tutti i giocatori lavorano duro, ma solo uno vince e quest’anno è successo a me. È un bel sapore".

"Ho ricevuto tanti messaggi, di congratulazioni, a cominciare da quello del presidente della Fifa, Infantino. Io cerco di rispondere a tutti, ma appena inizio a scrivere, iniziano le telefonate".

LA MIA FAVOLA — "Vincere a quest’età è il mio karma: ho lottato tantissimo per raggiungere i miei obiettivi e quindi questo titolo ha un significato speciale. Quella del Leicester è una favola, ma la mia favola è iniziata a Cagliari tanto tempo fa. Sono partito dai dilettanti, sono arrivato in A e da lì è partito il mio volo. Però, certo, vincere la Premier è una roba speciale soprattutto qui. Quando riceverò il trofeo sarà forse il momento più bello della mia carriera. Per questo voglio ringraziare tutti: proprietario, giocatori, staff e tifosi. Il boss Vichai Srivaddhanaprabha ha dato calma, positività e buonumore a tutti, non l’ho mai visto nervoso. È stato importante perché mi ha aiutato a tenere un buon clima nello spogliatoio. Cosa ha detto mia moglie? Niente di speciale, lei è orgogliosa di me perché sa che sono un uomo onesto. E l’onestà è la cosa per me più importante".

SPIRITO VINCENTE — Poi si torna su quello che sarà, consapevoli che confermarsi sarà difficilissimo: "I bookmakers ci danno a 42 a 1? Io non credo agli scommettitori, quest’anno non ci hanno preso. La squadra futura? Non voglio nomi importanti, dobbiamo prendere buoni giocatori, certo, ma chi arriverà dovrà avere lo spirito di questi ragazzi, non voglio rompere l’armonia dello spogliatoio".

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