Renica e i tifosi del Napoli che sono riusciti ad andare oltre la scaramanzia
—Prosegue poi l’ex difensore dei partenopei riguardo i punti di contatto e di distanza tra le due esperienze - quella targata Maradona e il trionfo dei nostri giorni: “Da gennaio, i tifosi napoletani hanno esorcizzato la scaramanzia non soltanto festeggiando molto prima lo scudetto, ma anche trovando delle similitudini tra quel periodo e questo attuale: sia Corrado Ferlaino che Aurelio De Laurentiis hanno aspettato 18 anni per portare il Napoli alla conquista del primo tricolore; sia Ottavio Bianchi che Spalletti hanno vinto al loro secondo anno in panchina con i partenopei; nelle due annate il club campano ha sempre perso la prima gara dopo la sosta natalizia; entrambe le stagioni concluse col minor numero di sconfitte e maggior numero di vittorie”. Le differenze però restano marcate: "Il Napoli del 1986-87 poteva contare sul giocatore più forte al mondo ovvero Diego Armando Maradona. Oggi Osimhen è l’uomo simbolo del Napoli, ma Diego non solo è stato il più forte al mondo ma anche un trascinatore solitario. Inoltre il Pibe de Oro era l’unico straniero in gruppo, ma ovviamente parliamo di un’altra era calcistica con regole assai diverse dai giorni nostri. Quest’anno invece, la banda Spalletti ha dimostrato di essere forte come collettivo. Osimhen ad esempio, quando è mancato, è stato sostituito egregiamente da Simeone che non ha fatto rimpiangere la sua assenza, tutt’altro. Nel Napoli del terzo scudetto tutti si sono rivelati utili ma nessuno indispensabile, la stessa cosa non si può dire certo per un giocatore come Maradona”. Alla fine però tutto questo importa il giusto ai tifosi che, felici di quanto successo, si godono un trionfo inaspettato e al tempo stesso spettacolare.
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