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Qual è il Napoli da Scudetto che vale di più? La risposta di Renica

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Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: il motto a cui la Juventus ha legato a doppio filo il suo destino negli ultimi decenni non trova semplice applicazione quando si guarda al caso del Napoli.
Redazione VN

Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: il motto a cui la Juventus ha legato a doppio filo il suo destino negli ultimi decenni non trova semplice applicazione quando si guarda al caso del Napoli, che tuttavia in questa stagione ha dimostrato non solo di saper vincere, ma anche all’occorrenza di dominare la Serie A sin dalla prima giornata e di conquistare lo Scudetto a 33 anni di distanza dall’ultima volta - quando con Diego Armando Maradona nel giro di poche stagioni i partenopei riuscirono addirittura a concedersi il bis. Beh, un trionfo in questo 2023 festeggiato in ogni modo da milioni di appassionati del Napoli, che hanno seguito le gesta dei ragazzi di Luciano Spalletti in ogni angolo del nostro Paese e utilizzando ogni mezzo - dalla TV a internet, accedendo a ogni genere di contenuto tramite VPN Italia e non solo. La domanda però è: quale dei tre trionfi pesa di più sulla storia e per la tradizione dei campani? 

A rispondere al quesito è stato Alessandro Renica - osservato esperto, ma al tempo stesso “di parte” - che ben conosce i trionfi del Napoli della seconda metà degli anni ’80: “La stagione 1986-1987 resterà per sempre nella memoria dei tifosi napoletani, il primo scudetto d’altronde non si scorda mai. Viene considerato ancora oggi come una sorta di riscatto per una città che in quegli anni non se la passava certo bene tra terremoti, povertà e criminalità organizzata. Un’annata incredibile che ci vide realizzare anche una clamorosa doppietta grazie al successo anche in Coppa Italia. Quest’anno invece è lo scudetto della programmazione, del progetto, di chi ha dimostrato con i  fatti che le idee contano spesso più dei soldi. Stavolta non c’è nessun riscatto della città che da anni è una vera e propria metropoli, una capitale europea che fa scuola in diversi settori, dalla moda, all’arte, passando per il teatro e la cultura”.


Renica e i tifosi del Napoli che sono riusciti ad andare oltre la scaramanzia

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Prosegue poi l’ex difensore dei partenopei riguardo i punti di contatto e di distanza tra le due esperienze - quella targata Maradona e il trionfo dei nostri giorni: “Da gennaio, i tifosi napoletani hanno esorcizzato la scaramanzia non soltanto festeggiando molto prima lo scudetto, ma anche trovando delle similitudini tra quel periodo e questo attuale: sia Corrado Ferlaino che Aurelio De Laurentiis hanno aspettato 18 anni per portare il Napoli alla conquista del primo tricolore; sia Ottavio Bianchi che Spalletti hanno vinto al loro secondo anno in panchina con i partenopei; nelle due annate il club campano ha sempre perso la prima gara dopo la sosta natalizia; entrambe le stagioni concluse col minor numero di sconfitte e maggior numero di vittorie”. Le differenze però restano marcate: "Il Napoli del 1986-87 poteva contare sul giocatore più forte al mondo ovvero Diego Armando Maradona. Oggi Osimhen è l’uomo simbolo del Napoli, ma Diego non solo è stato il più forte al mondo ma anche un trascinatore solitario. Inoltre il Pibe de Oro era l’unico straniero in gruppo, ma ovviamente parliamo di un’altra era calcistica con regole assai diverse dai giorni nostri. Quest’anno invece, la banda Spalletti ha dimostrato di essere forte come collettivo. Osimhen ad esempio, quando è mancato, è stato sostituito egregiamente da Simeone che non ha fatto rimpiangere la sua assenza, tutt’altro. Nel Napoli del terzo scudetto tutti si sono rivelati utili ma nessuno indispensabile, la stessa cosa non si può dire certo per un giocatore come Maradona”. Alla fine però tutto questo importa il giusto ai tifosi che, felici di quanto successo, si godono un trionfo inaspettato e al tempo stesso spettacolare.