Un’indagine sotto traccia, molti spifferi, un’intera squadra (il Bari) indagata per frode sportiva e l’attesa della tempesta. Ora quella attesa sta per terminare. Ed è solo una coincidenza che tutto arrivi nel giorno in cui il capo della Polizia «preannuncia» novità importanti sul calcioscommesse. L’inchiesta della Procura di Bari, però, è da mesi che sta scavando nel profondo e ha già messo a fuoco due combine acclarate: Bari-Treviso 0-1 maggio 2008 e Salernitana-Bari 3-2 maggio 2009. Si parte dalle rivelazioni fatte da Vittorio Micolucci a Stefano Palazzi (con un fax) e da quelle di Andrea Masiello al pm Angelillis. Siamo in piena «bufera» agostana con l’attenzione dei media rivolta ai processi romani sulle carte arrivate da Cremona. Più di 20 ex calciatori del Bari ricevano l’avviso di garanzia (frode sportiva) e sono convocati per l’interrogatorio. Molti si avvalgono della facoltà di non rispondere, ma il muro di omertà crolla sotto i colpi di 4-5 verbali collaborativi. Vere e proprie confessioni che metterebbero nei guai i vari Gillet, Barreto, Santoruvo, De Vezze, Belmonte, Parisi, ma anche Andrea Ranocchia fresco di ritorno in Nazionale. Da pochi giorni l’interrogatorio di Andrea Masiello non è più sotto segreto istruttorio. E i contorni sussurrati di una combine da mettere i brividi emergono nella loro interezza.
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Procura Bari: ora rischiano anche Ranocchia e Barreto
Un’indagine sotto traccia, molti spifferi, un’intera squadra (il Bari) indagata per frode sportiva e l’attesa della tempesta. Ora quella attesa sta per terminare. Ed è solo una coincidenza che tutto …
Bari-Treviso è il principio. La squadra veneta è in enorme difficoltà e chiede un "favore" al Bari. Il regista dell’operazione sarebbe un ex: Pianu. Chiama e ottiene l’okay da alcuni senatori dei pugliesi. Ma c’è chi dice no: è Cristian Stellini. Che cerca di convincere altri a giocarsi quella sfida. Trova terra bruciata. Anche Masiello non è convinto: risolve la questione facendosi squalificare. Alla fine il Treviso ha quello che cercava: il Bari in campo non c’è e perde. Passa un anno e la situazione si ripropone in modo più scientifico. Questa volta è la Salernitana a rischiare la retrocessione. Ultima giornata: Bari già promosso, tifoserie gemellate. L’ideale per vendere una gara. Almeno così la pensano a Salerno. Ma Ganci, ex biancorosso, sa che potrebbero esserci problemi. Il verbale di Masiello su qualche punto si differenzia rispetto agli altri (dovrebbero essere Lanzafame, Spadavecchia, Parisi e lo stesso Stellini, ma probabilmente l’elenco è più lungo), ma la sostanza non cambia. Partita venduta per circa 160 mila euro e soldi spartiti tra i componenti della rosa, staff tecnico escluso. Con qualche distinguo. Cerchiamo di capire.
Non è un film, ma la ricostruzione degli inquirenti. Gli scommettitori sono squali affamati, i calciatori stritolati da frequentazioni sbagliate. E comunque Ganci, secondo Masiello, spiega a Fusco il problema: "Stellini". I due hanno giocato insieme. Basta una telefonata per fissare l’incontro. In autostrada? A Bari? Punti di vista diversi. La sostanza non cambia: Fusco mette sul piatto i soldi e chiede l’okay della squadra. I senatori non sanno cosa fare, la tifoseria preme. L’idea allora sarebbe stata questa: riunione plenaria in palestra. Tutti messi al corrente dell’offerta. Tutti devono dare l’adesione. Solo Gazzi si sarebbe allontanato. Gli altri accettano. I soldi sarebbero stati consegnato in due rate. Il resto è più semplice: quote da 5-6 mila euro divise in buste e consegnate nello spogliatoio. A Gazzi e forse Barreto invece dei soldi c’è un computer in regalo. Un modo per cementare l’omertà. E poi c’è il caso Ranocchia: ha 21 anni. I soldi non li vuole. E allora che avrebbe fatto? Li potrebbe aver regalati ad Angelo Iacovelli, il factotum che in una intercettazione ambientale dice: "Ranocchia è bravo, mi ha anche dato denaro quando ne avevo bisogno".
A breve il procuratore Laudati dovrebbe passare le carte a Palazzi. L’inchiesta è "blindata" dalle collaborazioni. Chi si è avvalso della facoltà di non rispondere una volta visti gli atti potrebbe cambiare strategia. Resta defilata la posizione di Conte (era l’allenatore): a Bari è persona informata dei fatti. I giocatori lo hanno scagionato: "non sapeva nulla". Ma uno di loro avrebbe fatto riferimento a qualche comportamento particolare. Nulla che possa prefigurare un reato penale, ma a livello sportivo le cose potrebbero essere diverse. Toccherà a Palazzi fare una valutazione finale. In ballo, comunque, c’è un’altra omessa denuncia.
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