Su Gazzetta.it il ct della Nazionale Cesare Prandelli ha parlato dei problemi del calcio italiano: “Di solito gli italiani le idee le hanno sempre avute. Negli ultimi anni sono mancate. Se non hai il denaro per comprarti i campioni, allora te li devi creare in casa. Ecco perché batto il tasto dei settori giovanili. È lì che bisogna investire. I risultati delle nostre nazionali lo dimostrano: finale agli Europei Under 21 e Under 17. Come? Abbiamo pensato che solo attraverso l’esperienza diretta i nostri giovani potessero crescere, così abbiamo organizzato stage, amichevoli con realtà di spessore, cercando di capire come si sta evolvendo il calcio europeo. Purtroppo noi italiani vogliamo illuderci di essere ancora i migliori, ma non lo siamo. Possiamo competere con i migliori, a patto che ci siano organizzazione, fantasia, rigidità negli obiettivi da raggiungere, programmazione. I tanti stranieri in Italia? Il problema non è mio ma del calcio italiano, della sua immagine nel mondo. Quando ci presenteremo in Brasile e risuonerà l’inno di Mameli, non bisognerà lamentarsi della scarsa esperienza internazionale degli azzurri. Basta andare a vedere le performance delle nostre squadre in Champions negli ultimi anni. Tutti i c.t. vorrebbero allenare una nazionale in cui raccogliere i giocatori che fanno esperienza con i rispettivi club e la trasmettono al gruppo. Nel mio caso è avvenuto il contrario. Ho dovuto convocare ben più di 60 giocatori perché ne vedo pochi misurarsi in Europa. È stata l’Italia ad arricchire il bagaglio dei giocatori. Eppure non ha lo spazio che merita”.
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