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Nicolodi (Sky): “Il valore della Fiorentina è peggiorato. Marin va aspettato”

Il giornalista Sky Pietro Nicolodi ha parlato così della partita di domenica tra Fiorentina e Lazio ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it: Questo Lazio-Fiorentina che ci apprestiamo a vivere, ha delle inequivocabili …

Redazione VN

Il giornalista Sky Pietro Nicolodi ha parlato così della partita di domenica tra Fiorentina e Lazio ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it:

Questo Lazio-Fiorentina che ci apprestiamo a vivere, ha delle inequivocabili tinte giallorossonere. Klose da una parte, Mario Gomez dall’altra: grandi campioni con un comune presente, fatto di esclusioni più o meno forzate. Che momento pensi stiano vivendo i due “panzer”?

"Partirei con il tedesco della Lazio. Sono al corrente di qualche “mal di pancia” della tifoseria laziale nei confronti di un suo presunto appagamento da “vittoria delle vittorie”, quale è stata quella Mondiale. Io lo conosco, e se è rimasto alla corte di Pioli, lo ha fatto con convinzione e con la certezza di poter essere utile alla sua maniera. Vorrei far notare che non è l’unico nazionale tedesco a “zoppicare” in questo inizio di stagione. Anche nel campionato che seguo direttamente, al netto delle vittorie o delle sconfitte dei propri club, sono molti gli iridati ad aver iniziato la stagione sottotono. È chiaro che quanto ti chiede, in termini di sacrificio e di spesa energetica un Mondiale, non ha paragoni. Lui sta facendo la sua parte, sta in panchina con l’umiltà di un ragazzino e questo conta molto. Mi è capitato di sentire le sue dichiarazioni dopo la sconfitta con l’Udinese - e ribadisco sconfitta - (a Sky, a fine gara, ndr): beh, erano tutte un elogio del lavoro di Pioli e della sua volontà di rispettarne scelte e lavoro, anche se al momento questo significa vedere la partita da seduto. Chapeau. Per ciò che riguarda il viola, sono sconcertato dall’incredibile serie di incidenti che hanno attanagliato “Super Mario”. Constato con amarezza come sia entrato in una spirale molto negativa, dalla quale bisogna uscirne recuperati non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Quando tutto va male, quando la ricaduta è dietro l’angolo, devi saper tenere anche sotto il profilo strettamente umano. Lui ha un fisico molto possente, che se però viene minato come gli è capitato, paga dazio forse ancora più di un atleta con una corporatura più esile. Va da se che la sua assenza è un grande handicap per la “Viola”.

Come giudichi questo inizio di stagione delle due squadre? Il responso del campo è stato veritiero, nel bilancio tra gioco espresso e risultati, oppure manca qualcosa alle loro classifica?

"Mi è capitato di vedere la partita della Lazio a Marassi contro il Genoa. Mancherò di originalità, ma se il primo tempo fosse finito con quattro reti alle spalle di Perin, nessuno avrebbe potuto contestare cotanta goleada. E invece, no: zero punti riportati a Roma e bottino pieno ai rossoblù, il calcio è fatto anche così. Però, lasciami dire che in quell’occasione ho visto una squadra che diverte, che sta messa bene in campo, che resta ordinata e che prova a vincere col bel gioco. La Lazio ha qualità e si vede; col tempo secondo me si assesterà e potrà ritagliarsi il suo ruolo. La Fiorentina, invece, è arrivata ad un momento di svolta della gestione Montella: detto che poche rose avrebbero resistito alla doppia batosta dei ripetuti infortuni di Gomez e di Rossi, dopo una partenza frenata, vedo la squadra che vuole rimettersi in paro e portarsi sulla via della ripresa. Al netto della prestazione schiacciante offerta contro l’Inter e avvalorata anche dal pessimo momento dei milanesi, credo, però, che in quest’ultima parte del “regno” di Montella, il valore complessivo della “Viola” sia peggiorato: la qualità non la sostituisci con la quantità.

Ti propongo un parallelo: da una parte, in casa Lazio, il “cavallo di razza” Keita, finora poco utilizzato da Pioli, dall’altra il talentuoso Marin che, invece, scelta Firenze per ripartire, si infortuna (che novità!) e rimane ancora ai box. Possono, una volta recuperati dalle diverse condizioni, rappresentare un’arma in più per i due allenatori durante questa stagione?

"Guarda, su Marko Marin “sanguina” una ferita che non si è ancora rimarginata. Provo una grandissima ammirazione per questo giocatore oramai maturo anche se ancora giovane anagraficamente (25 anni, ndr). Anche qui, però, tra gli infortuni che lo hanno bersagliato e sue incomprensibili “pause” nelle squadre dove ha militato, è come se avvertissi che un talento si stia sciupando passo passo. Nell’ultima apparizione al Siviglia, ho rivisto barlumi di quel talento imprendibile che era ai tempi del Werder, quando scherzava i suoi avversari sulla fascia senza essere fermato. Ricordo la sua devastante prestazione qualche anno fa, in Champions, contro il Tottenham: uscii dallo stadio con la convinzione che fosse un talento puro. Ora a Firenze di nuovo problemi fisici… Vale, però, la pena di aspettarlo. Del giovane biancoceleste, posso dire che mi piace tantissimo, mi diverte come salta l’uomo cercando sempre la giocata. Trovo importante come riesca a spaccare le partite, ma se Pioli finora lo ha tenuto in panchina, non bisogna farne un dramma, anche se immagino l’ambiente laziale sia in fibrillazione. Keita è un talento, gestire e dosare i talenti, però, non è un crimine e Pioli il suo mestiere lo sa fare. Prima o poi, però, arriverà anche l’ora di Keita".