"Sono d'accordo con il medico legale quando afferma che il problema è cardiaco: Morosini ha avuto delle probabili aritmie e forse in quel caso con l'uso di un defibrillatore avrebbe avuto qualche chance in più". Questo è quanto ha spiegato all'Ansa la dottoressa Cristina Basso, perito nominato dalla famiglia dello sfortunato centrocampista del Livorno morto allo stadio Adriatico sabato scorso, che ha assistito insieme con il medico legale Cristian D'Ovidio agli esami istologici. "La mia esperienza - ha proseguito la Basso, che lavora all'Università di Padova - mi dice che se la malformazione fosse stata nota forse Morosini sarebbe ancora tra di noi, anche perché non avrebbe fatto sforzo, perché gli sarebbe stato vietato dalla malattia. Ma c'era comunque un campanello d'allarme in famiglia dovuto proprio alla morte del padre per problemi cardiaci". Queste affermazioni da parte della dottoressa Basso ha suscitato notevole perplessità in ambito giudiziario. Secondo le fonti di Palazzo di Giustizia di Pescara, fare anticipazioni sull'uso o meno del defibrillatore in questa fase delle indagini sembra inopportuno.
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Morosini, perito di famiglia: “Con defibrillatore chance in più”
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