«Questo non è stato un processo contro quattro carabinieri, ma un processo contro l’Arma. Abbiamo sentito dire che l’Arma ha voluto coprire le malefatte dei suoi, abbiamo sentito parlare di pestaggi e torture, si è cercato di portare dentro i processi Cucchi e Aldovrandi. Questo processo è diventato un processo politico», così l’avvocato Francesco Maresca, legale di 3 dei 4 militari imputati insieme a due volontari della Croce rossa di omicidio colposo, ha iniziato la sua arringa finale nel processo per la morte di Riccardo Magherini. La sentenza sarà il 13 luglio.
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Magherini, la difesa dei carabinieri: «Processo politico contro l’Arma»
Stamattina l'arringa finale del processo per la morte di Riccardo Magherini, ex calciatore della Fiorentina Primavera
Per Maresca uno dei problemi di questo processo è il fatto che la difesa delle parti civili «vuol far diventare tutti uguali certi processi» ha detto citando il processo Cucchi e quello Aldrovandi. In entrambi i casi, così come per Magherini, il difensore è stato l’avvocato Fabio Anselmo. Per Maresca, che ha definito comunque «un dramma, una tragedia» la morte di Magherini, non si può non sottolineare che il 40enne aveva assunto «volontariamente cocaina ed alcol» e che i militari vennero chiamati in Borgo San Frediano per bloccare un uomo in «evidente stato di alterazione». In aula dopo il richiamo fatto dal giudice all’ultima udienza sono presenti i volontari della Croce rossa, ma non con le loro divise rosse, e anche le magliette gialle degli amici di Magherini sono solo un paio. Fuori dal tribunale, invece, è appeso lo striscione con la foto del 40enne e la scritta «Riccardo Magherini presente».
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