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L’autogol di Masiello come le autoreti della Juve del 1980

Il caso dell’autogol di Masiello ci ha fatto tornare alla memoria altri autoreti realizzate per “aggiustare” alcune partite. Il riferimento è alle gare della Juventus della stagione 1979-80. Come racconta …

Redazione VN

Il caso dell'autogol di Masiello ci ha fatto tornare alla memoria altri autoreti realizzate per "aggiustare" alcune partite. Il riferimento è alle gare della Juventus della stagione 1979-80. Come racconta Carlo Petrini nel suo best seller "NEL FANGO DEL DIO PALLONE", la squadra bianconera si rese protagonista in quel campionato di una stagione a dir poco ambigua al punto da ritrovarsi al quart'ultimo posto al termine del girone d'andata in virtù di ben 3 autoreti non proprio casuali.

 

Carlo Petrini, ricordiamo, è stato uno dei piu’ noti giocatori degli anni settanta e nella primavera del 1980 risultò coinvolto nello scandalo del calcio scommesse da cui gli venne inflitta una pesante squalifica che mise fine alla sua carriera di calciatore. Nel "FANGO DEL DIO PALLONE" ,volume che non ha mai ricevuto una querela per i contenuti descritti, racconta molti episodi relativi a quel campionato, soprattutto riguardo proprio alla Juventus ed al perché si trovasse nei bassifondi della graduatoria al giro di boa. In particolare ci riferiamo a due autoreti (quella di Cuccureddu a Torino contro l'Ascoli e quella di Brio a Bologna) dettate più da logiche complottistiche che sportive.

[Tratto da Nel Fango del Dio Pallone]

Domenica 13 gennaio 1980 si doveva giocare BOLOGNA–JUVENTUS. I bianconeri erano in una situazione disastrosa: erano reduci da tre sconfitte consecutive e in classifica stava scivolando in zona retrocessione. Il giovedì prima della partita il nostro direttore sportivo, Riccardo Sogliano, alla fine dell’allenamento ci radunò tutti nello spogliatoio e ci disse: "Ci siamo messi d’accordo con la Juve per pareggiare la partita di domenica. E’ chiaro per tutti?".  Nessuno di noi ebbe niente da obbiettare e Sogliano se ne ando’ tutto soddisfatto: un favore del genere alla Juventus poteva tornare molto comodo al Bologna in futuro...

A quel punto parlò il nostro allenatore Marino Perani, che ci propose di scommettere sul risultato di quella partita. Solo due giocatori si tirarono indietro, Renato Sali e Franco Castronaro: loro non vlevano partecipare a scommesse. Discutemmo con Perani la somma da puntare e si decise per 50 milioni. Mentre stavo lasciando lo spogliatoio per andare a telefonare la puntata a Cruciani, l'allenatore mi prese da parte e mi disse di aggiungere alla scommessa altri 5 milioni a nome suo, suoi personali. Dovetti telefonare a Cruciani varie volte: era dubbioso, non si fidava. Infatti mi disse che ultimamente aveva preso più di una fregatura: certi giocatori gli avevano promesso risultati che in campo non erano stati mantenuti, così lui ci aveva rimesso un mucchio di soldi. Si convinse solo quando gli dissi che gli accordi per il pareggio non li avevamo presi noi giocatori , ma i dirigenti delle due società. La prova di quello che dicevo, Cruciani la trovò nella Gazzetta dello Sport della domenica mattina: «Alla Juve basta un pareggio» dichiarava l'allenatore juventino Trapattoni.

Anche per noi giocatori era una garanzia il fatto che il pareggio fosse stato combinato dalle due dirigenze. Infatti nelle ore che precedettero la partita, cercammo altre strade per scommettere ancora e vincere più soldi. Franco Colomba telefonò al suo amico Stefano Chiodi (un ex del Bologna passato al Milan) a Milanello, e gli chiese di scommettere per noi sulla piazza di Milano il pareggio di Bologna-Juve. Ricordo come fosse ieri, allo stadio Comunale imbiancato dalla neve caduta nella notte, i minuti che precedettero l'ingresso in campo. Io ero destinato alla panchina, quando uscii dagli spogliatoi incrociai Trapattoni. Gli raccomandai il rispetto dell'accordo, e lui mi disse che potevamo stare tranquilli, che non c'era nessun problema. Con Trapattoni avevo giocato nel Milan e nel Varese, sapevo che era una persona seria. I miei compagni , nel sottopassaggio prima di entrare sul terreno di gioco, fecero lo stesso con alcuni giocatori juventini (che quel giorno erano: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Brio, Scirea, Causio, Prandelli, Tavola, Bettega, Merocchino). Gli dissero che avevamo scommesso sul pari, uno di loro rispose: «Noi oggi non abbiamo scommesso, il colpo l'abbiamo fatto già due domeniche fa con l'Ascoli» [gara nella quale la Juve perse grazie ad un autogol di Cuccureddu, ndr].

Quando si concordavano i pareggi si puntava allo 0 a 0, proprio per evitare di trovarci in situazioni imbarazzanti o che il controllo del risultato potesse sfuggire di mano. Fu cosi anche per il primo tempo di quella partita combinata: il nostro primo tiro nella porta juventina lo facemmo al 35° minuto, e la Juve non fece niente di meglio. Il pubblico cominciò a protestare, sembrava una commedia più che una partita di calcio: alla fine del primo tempo arrivarono in campo fischi e palle di neve. Nella ripresa il nostro portiere Zinetti , totalmente deconcentrato, ne combinò una grossa: al 10° minuto, su un innocuo tiro da lontano di Causio, si impaperò e il pallone gli scivolò nella rete. In campo l'imbarazzo fu generale. Causio, più dispiaciuto che contento per il gol, si avvicinò alla panchina e discusse con Trapattoni. Perani, preoccupato, mi fece entrare in campo. Nel giro di pochi minuti cominciammo a sospettare che alcuni giocatori della Juve non volessero più rispettare l'accordo, e che ormai - già che c'erano - puntassero a vincere la partita. La tensione in campo divenne alta, noi insultavamo gli juventini, che tacevano imbarazzati. A un certo punto Bettega ci disse «Calmatevi, la responsabilità di farvi fare gol me la prendo io». Meno di un quarto d'ora dopo la situazione venne risolta dagli stessi bianconeri: su calcio d'angolo di Dossena, Brio ci regalò una bella autorete. Tutti a posto, tutti conntenti. Tutti meno il pubblico, che a fine garà ci saltò con bordate di fischi e con una pioggia di palle di neve.

[Fine cit. "NEL FANGO DEL DIO PALLONE"]

Per la cronaca la Juventus, in quella stagione, si rese protagonista di ben 4 autoreti, che, di fatto, condizionarono quasi tutti i risultati delle gare in cui avvennero:

   8° giornata - LAZIO-JUVENTUS 1-0 [autorete di Verza all'11° minuto]

14° giornata - JUVENTUS-ASCOLI 2-3 [autorete di Cuccureddu al 34° minuto sul punteggio di 1-1]

16° giornata - BOLOGNA-JUVENTUS 1-1 [autorete di Brio al 69° minuto sul punteggio di 0-1]

29° giornata - ASCOLI-JUVENTUS 2-3 [autorete di Cuccureddu al 72° minuto sul punteggio di 1-1]

ROBERTO VINCIGUERRA