VOLLEY - Il mito della Ruini", un libro sui dieci anni di trionfi
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L’altro sport di Firenze: Volley
VOLLEY – Il mito della Ruini”, un libro sui dieci anni di trionfi LE CHIAMAVANO le “Furie Rosse” di Firenze. Dieci anni indimenticabili di scudetti, di vittorie, di grandi sfide. …
LE CHIAMAVANO le “Furie Rosse” di Firenze. Dieci anni indimenticabili di scudetti, di vittorie, di grandi sfide. E di orgoglio sportivo per la città. La grande Ruini, una squadra rimasta nel mito dello sport fiorentino e nella storia del volley. Un’ immagine per tutte: il vecchio palazzetto Iti, oggi «PalaMattioli», in memoria e in onore del capitano di quello squadrone, preso d’assalto dai tifosi, con ore di anticipo sull’inizio della partita, con il tutto esaurito, in quell’impianto sempre troppo piccolo. E quando Mario Mattioli si piazzava al centro del campo, con i sestetti schierati, la festa poteva cominciare. «Forza Ruini», rullavano anche i tamburi in quei pomeriggi appassionanti, e l’emozione era forte e contagiosa. La grande Ruini dell’architetto Gherardelli, l’ideatore di quel gioiello sportivo, di Aldo Bellagambi allenatore dal forte e generoso carisma, di tutti i suoi campioni...
...Un anno di intervallo, con un altro secondo posto, prima di mettere le mani sul quinto scudetto, l’ultimo dei dieci anni di fuoco della grande Ruini. Nel ’72-73 il testa a testa era di nuovo contro la Lubiam Bologna, al comando della classifica al termine del girone di andata. La rimonta si presesentava complicata. Mentre Mattioli e compagni erano impegnati ad Atene nella finale della coppa delle Coppe, arrivò la notizia della sconfitta a sorpresa della Lubiam a Trieste. Festa grande ed anticipata per quella squadra. La Ruini di Mattioli, Fanfani, Vannucci, Martelli, Salemme, Nencini, Gazzi, Giannellini, del rientrante Bondi, del sestese Carmagnini e di un gruppo di giovani era di nuovo campione d’Italia.
QUEL QUINTO trionfo sarebbe stato l’ultimo hurrà di una squadra irripetibile. Poche settimane dopo la vittoria, scomparve improvvisamente l’architetto Gherardelli. Crollava così uno dei due pilastri, con Bellagambi, della grande Ruini. Nella pallavolo cominciarono ad entrare i soldi veri, con i primi ingaggi pesanti, l’Ariccia strappò prima Mattioli e Salemme, in seguito Nencini. Finiva una grande squadra e allo stesso tempo si esauriva un’epoca dello sport semi-dilettantistico...
...L’epopea della Ruini va collocata fra il 1963 e il 1973, quel decennio indimenticabile con cinque scudetti, tre secondi posti e due terzi posti, la squadra sempre sul podio, quando Firenze era la capitale del volley. Ora che ci scorrono di nuovo davanti le immagini di quelle partite, di quei giocatori, di quelle vittorie, ora che riviviamo, nel racconto, quella passione e tutte quelle emozioni, sempre raccontate da «La Nazione», ci sembra di rivedere Mattioli al suo posto, sotto rete, con Aldo Bellagambi in panchina, circondato dai suoi ragazzi. Per tutte le nostre «Furie Rosse», cinquanta anni dopo, scatta un ultimo, infinito applauso. Questa è stata la grande Ruini. Una squadra rimasta per sempre nel cuore di Firenze. (La Nazione)
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