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La7, cordata anti-Berlusconi capeggiata da Ddv

Telecom Italia non procede bene in Borsa dopo la presentazione dei risultati preliminari 2012 e la decisione del Cda di rinviare a nuova data la valutazione delle offerte per TI …

Redazione VN

Telecom Italia non procede bene in Borsa dopo la presentazione dei risultati preliminari 2012 e la decisione del Cda di rinviare a nuova data la valutazione delle offerte per TI Media. Stamani in apertura, il titolo perdeva il 4% a 0,646 euro. Gli analisti restano adesso in attesa di conoscere i dettagli del piano triennale.

Lo slittamento sugli asset media era nell’aria. La scarsa consistenza delle offerte sul piatto, le divisione all’interno del board su cosa fare per La7 e i multiplex, l’offerta a sorpresa di Europa 7 che s’è aggiunta a quelle di Clessidra e Cairo, avevano già fatto supporre che il Cda di ieri non avrebbe deciso nulla anche se il consigliere Tarak Ben Ammar all’uscita della riunione ha detto ai giornalisti che l’argomento non è stato trattato solo “per motivi di tempo”. Effettivamente i punti in agenda erano davvero tanti e il Cda è durato ben sette ore. Ma le ragioni sono altre.

Oggi a scombinare ulteriormente le carte sul tavolo, l’indiscrezione di Repubblica che riporta di un interessamento dell’ultima ora da parte di Diego Della Valle.

Con una telefonata al presidente Franco Bernabè dei giorni scorsi, ‘il signor Hogan’ avrebbe avanzato l’idea di formare una cordata composta da una decina di imprenditori di successo in grado di offrire un assetto azionario stabile a La7, anche per non farla cadere in mano a Urbano Cairo o Claudio Sposito, considerati a torto o a ragione vicini a Silvio Berlusconi.

“Per costruire un’alternativa di questo tipo - sottolinea Repubblica - serve un po’ di tempo e i soci di Telecom sembrano ormai stufi di sopportare perdite e subire pressioni politiche per la partecipata nella televisione”.

La decisione su La7 è ormai arrivata a ridosso delle elezioni. Sicuramente prima di quella data non si deciderà nulla. E, secondo alcuni, conviene restare fermi in attesa che il governo intervenga sul conflitto d’interesse. C’è da crederci? Forse è più credibile che si muova prima Silvio Berlusconi con un blind trust che non il nuovo esecutivo, visti i precedenti.

In ogni caso, sebbene le forti perdite, La7 fa gola a tanti e non solo perché rappresenta una fonte d’informazione alternativa a Mediaset, ma perché si spera che col crescere degli ascolti migliorino anche i conti. (www.key4biz.it)