Aria nuova. E' quella che si respira dalle parti di Milanello. La formazione rossonera, allo sbando fino a pochi mesa fa, sembra essersi trasformata. Gran parte del merito è di Filippo Inzaghi. Su di lui c'erano molti punti interrogativi, ma il nuovo tecnico ha saputo ridare alla squadra quello spirito combattivo completamente assente la scorsa stagione.
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La “trasformazione” del Milan, ma non mancano i problemi per Inzaghi
Abate, Honda e Menez le sorprese. Ma troppi gol subiti e poca qualità a centrocampo
L'allenatore piacentino è stato bravo a rivalutare alcuni giocatori. E' il caso di Ignazio Abate. Il terzino era finito nel dimenticatoio con Allegri e, soprattutto, Seedorf. Adesso è un titolare inamovibile del nuovo Milan. Non a caso, il classe 1986 ha disputato tutte le partite di campionato e sta ripagando la fiducia del mister con prestazioni eccellenti e assist. La fascia destra, formata da lui e Honda, è, al momento, il punto di forza dei prossimi avversari della Fiorentina. Già, Honda, la vera sorpresa fin qui con sei reti segnate. Non solo gol per il giapponese, ma anche tanta corsa. L'altro protagonista è Menez. Grande estro e fantasia, l'ex Psg sta dando il meglio di sé come falso nove, mentre soffre se posizionato sulla fascia. A Milano ha ritrovato quella costanza che non aveva a Parigi. La sensazione è che se si accende lui, si accende tutto il Milan.
Chi, invece, non sta rendendo è Torres. L'ex Chelsea aveva esordito bene ad Empoli, firmando un gol da attaccante vero. Con Cesena, Chievo e Verona ha deluso. Sullo spagnolo ci sarebbero già le prime voci di mercato (lo vorrebbe lo Shalke 04). El Shaarawy sta provando a tornare quello della prima parte del 2012-13. Inzaghi stravede per l'ex Padova, tanto da aver costruito il 4-3-3 in funzione delle sue caratteristiche. La sua velocità può far male a qualsiasi formazione. Sta facendo molto bene anche Bonaventura. L'ex Atalanta, probabilmente in panchina contro la Fiorentina, si sta rivelando un buonissimo jolly visto che può essere schierato in mediana o nei tre davanti, come successo a Parma e a Cesena. Il calciatore marchigiano assicura un buon mix di dinamicità, tecnica, dribbling e visione di gioco.
Non mancano, però, i problemi a Pippo. A partire dalla difesa. Dieci gol subiti in sette partite di campionato sono troppi per una squadra che aspira al terzo posto. Da un paio di gare, la coppia titolare di centrali è composta da Alex e Rami. I due spilungoni hanno dato un po' di stabilità al reparto, soprattutto sui palloni alti (uno dei punti deboli del Milan di questi anni), ma non sono velocissimi, specie il brasiliano. Inoltre, se la retroguardia viene pressata alta – come contro la Juventus -, va in difficoltà nell'impostazione della manovra e spesso è costretta al lancio lungo, rischiando così di perdere palla. A sinistra, De Sciglio è timido e non riesce a spingere come fa Abate sulla destra. Su quella fascia dovrebbe agire Cuadrado e il colombiano potrebbe creare dei grattacapi al giovane terzino della nazionale, autore qualche volta di falli banali (ad esempio, il rigore commesso proprio sulla Vespa nella gara al Franchi dell'aprile 2013 terminata 2-2).
A centrocampo, invece, il Milan ha tanta quantità, ma poca qualità. Solo De Jong si abbassa per prendere il pallone dai piedi dei difensori, un po' come faceva Pirlo in passato, ma la costruzione del gioco non è il mestiere dell'olandese, il perno della squadra e per questo insostituibile. L'assenza di Montolivo si sta facendo sentire perché l'ex viola è uno dei pochi in grado di dare fosforo alla manovra. Oltre a lui, ci sarebbe Van Ginkel, ma fin qui l'Oranje è stato un oggetto misterioso e per di più è reduce da un infortunio alla caviglia subìto ad Empoli. Poli e Muntari sono le due mezze ali. Per loro, tanto dinamismo, ma poca tecnica. Il ghanese, a volte, è croce e delizia per il Milan. Capace di segnare bei gol, come contro il Chievo, ma anche di compiere errori banali che potrebbero compromettere il risultato. Vedere la palla persa in occasione del contropiede di Lazarevic, sempre con il Chievo. Se in giornata no – e non è raro -, l'ex Inter si innervosisce facilmente e sbaglia i disimpegni più semplici. Essien, nonostante la discreta partita contro il Verona, è indirizzato sul viale del tramonto. In generale, i centrocampisti rossoneri hanno parecchie difficoltà nel possesso, a differenza di quelli della Fiorentina, bravi nel palleggio e nella gestione della sfera. E' proprio a metà campo che i viola potrebbero avere la meglio.
STEFANO NICCOLI
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