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Joaquin, perché adesso?

La riconoscenza ad un campione come Joaquin è d'obbligo, ma la tempistica è stata sbagliata

Andrea Consales

Negli ultimi giorni ha tenuto banco la questione relativa al futuro di Joaquin. Ad inizio agosto le dichiarazioni del giocatore, incerto riguardo al proprio futuro, erano state come un fulmine a ciel sereno e avevano intimorito il pubblico viola, innamorato del suo torero fin da quel lontano (ma sempre vicino nei cuori viola) 20 ottobre 2013, quando lo spagnolo ex Betis infilò Buffon e fece impazzire una intera città. Due anni di dribbling, giocate, assist e gol che hanno fatto letteralmente impazzire la piazza viola. Anche in questo primissimo scorcio di stagione lo spagnolo si era già fatto ben vedere, soprattutto contro il Barcellona, quando aveva fornito uno splendido assist per il secondo gol di Bernardeschi. Sembrava tutto pronto per un'altra stagione di magie, un ultimo anno in viola, prima del ritorno tanto desiderato a Siviglia, sponda Betis.

All'improvviso però il giocatore ha manifestato la sua volontà di tornare, con un anno di anticipo, in terra iberica, non rispettando così il contratto che lo lega alla Fiorentina fino al Giugno 2016. Spesso nel calcio si parla di riconoscenza mancata, e in questa occasione, gli "irriconoscenti" potrebbero sembrare i dirigenti viola, colpevoli di non voler liberare a zero un giocatore che ha sempre dimostrato affetto, dedizione a attaccamento alla maglia. In questo caso però la questione appare ben diversa: Joaquin, i suoi agenti e il Betis hanno sbagliato le tempistiche. Lo spagnolo infatti appare centrale nella visione di calcio di Sousa, che ha fin da subito dimostrato di voler puntare molto sulla sua brillantezza. Chiedere la cessione a pochissimi giorni dall'inizio della stagione non è stata certo una mossa corretta. Tutto questo ovviamente non vuole sminuire dal punto di vista morale un uomo vero come Joaquin, che ha sempre dimostrato di essere un campione sia fuori che dentro il campo.

Probabilmente la questione andava gestita diversamente, con molto più anticipo. La volontà del calciatore di tornare, prima o poi, in patria era nota, forse si poteva trovare un accordo già nei mesi scorsi. Un esempio diretto e molto vicino a noi lo abbiamo con la gestione del caso Tevez da parte della Juventus. Gli odiati rivali viola, duole dirlo, hanno gestito al meglio una situazione che poteva rivelarsi complicata. Hanno infatti accettato la richiesta del calciatore fin da Gennaio, e si sono mossi con largo anticipo alla ricerca del sostituto, individuato poi nel nome di Dybala.

Oramai il dado è tratto, oppure, per essere più colloquiali, la frittata è stata fatta. La decisione di Joaquin, espressa attraverso le parole del suo agente, è chiara: il giocatore vuole tornare in patria, a 34 anni un contratto triennale con opzione per il quarto anno è irrinunciabile. La Fiorentina sembra voler far muro, il rischio di rovinare un rapporto finora roseo è alto. Il problema più grande però sarà l'eventuale sostituzione di un giocatore dello spessore dello spagnolo, il mercato è agli sgoccioli e questa ulteriore defezione renderebbe la squadra ancor più incompleta.