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Istituzioni e vip fiorentini: tutti contro Marchionne

Dopo le reazioni a caldo di ieri (come quella di Renzi – LEGGI QUI) anche oggi si levano da più parti repliche piccate all’indirizzo di Sergio Marchionne, che aveva definito …

Redazione VN

Dopo le reazioni a caldo di ieri (come quella di Renzi - LEGGI QUI) anche oggi si levano da più parti repliche piccate all'indirizzo di Sergio Marchionne, che aveva definito Firenze "città piccola e povera" salvo poi provare stamattina a darsi una giustificazione (LEGGI QUI). Ve ne proponiamo alcune:

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, lo fa con un ragionamento fine: ”Come arcivescovo non intendo entrare in schermaglie fra personaggi pubblici – dichiara a Radio Toscana Network - ma la citta’ di Firenze mi sta a cuore e da questo punto di vista dico che mi meraviglio che ci sia ancora qualcuno che pensa che le uniche ricchezze debbano essere quelle materiali. C’è anche una ricchezza culturale e spirituale che fa Firenze grande. E tutto il mondo è debitore di questa ricchezza”.

''L'unica cosa che mi stupisce è lo stupore che ancora provocano le parole di Marchionne su Firenze. Ci vuole pazienza. Sono frasi che non vanno prese sul serio, così come non dovevano essere prese sul serio le sue promesse su Fabbrica Italia''. Questo il commento di Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, dopo le numerose prese di posizione che hanno seguito le frasi pronunciate dall'ad di Fiat. (Asca)

"Ma perché stupirsi – ragiona Giovanni Galli con Linkiesta -: da un gobbo come Marchionne che ci dovevamo aspettare?». Il punto di vista di Galli è policromatico: è stato il portiere della Fiorentina che perse per un punto lo scudetto contro la Juve nel 1982, è stato lo sfidante (sparring partner?) che il Pdl ha contrapposto a Renzi alle ultime comunali, quelle che hanno incoronato il rottamatore nell’empireo della politica. Dice l’ex portierone, attuale consigliere comunale a Palazzo Vecchio (da qualche mese uscito dal Pdl insieme ad altri due sodali): «Certe sparate servono a capire la difficoltà in cui si trova il personaggio. Ha fatto un autogol clamoroso: è riuscito a far ricompattare tutta la città intorno al sindaco. Me compreso. Io sono di Pisa ma mi sento fiorentino a tutti gli effetti e quando qualcuno ci tocca i nostri ci fa incazzare». Specie se chi insulta rappresenta, come dice Galli, «i poteri forti, Torino, la Juve: insomma i gobbi. Io ho il dente avvelenato dal 1982: da quando la Signora ci soffiò la scudetto l’ultima giornata. Qui, da quel giorno si dice: meglio secondi che ladri».

«Come si dice a Firenze Sergio Marchionne ha detto una bischerata, una grossa bischerata». Così Carlo Conti, fiorentino "doc", commenta al Tirreno le parole dell'ad di Fiat sulla città «che è uno dei fiori all'occhiello dell'Italia e del mondo, un lusso per il nostro meraviglioso Paese». Conti si dice convinto che Marchionne «avrà sicuramente modo di scusarsi con una delle eccellenze nel mondo». Il presentatore non sa spiegarsi il motivo di queste parole ma da tifoso della Fiorentina, ricorda quanto successo negli ultimi tempi tra Diego Della Valle e la Fiat: «Potrebbe essere una reazione - conclude Conti - anche se resta una grossissima bischerata».

SIMONE BARGELLINI