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Investire sui giovani o giocare d’esperienza?

Il calcio italiano in crisi anche per la poca fiducia nel settore giovanile. E dalla Germania arriva una bella lezione…

Redazione VN

I giovani sono il futuro e non solo nel calcio: oggettivo quanto non automatico, soprattutto se abiti in Italia. Restando in tema pallonaro, capita spesso e volentieri che la voglia di rincorrere nomi ''affascinanti'', almeno apparentemente, giochi a discapito dei giovani talenti dei vivai, costretti così ad essere ceduti per accumulare esperienza, se non per esigenze di cassa. Qui spunta il nome di Matos, destinato più a partire che a restare, messo in vetrina come contropartita tecnica per arrivare ad altri giocatori (vedi Vrsaljko e Bonaventura). La società viola possiede numerosi autentici giovani gioielli mandati a farsi le ossa nei campionati minori e ora tornati a casa, ma probabilmente destinati a non rimanerci. Altri due nomi di cui si sente parlare spesso in questi giorni sono quello di Babacar, accostato con insistenza all'Eintracht Francoforte, e di Bernardeschi, oggetto di forte interesse soprattutto da parte del Cagliari, dove potrebbe andare con diritto di riscatto. Poi c'è Rebic, forse quello con più chance di restare a Firenze. Si sa, il gioco del mercato ha sempre la sua parte di questi tempi, ma è altrettanto vero che forse il ruolo che almeno una parte di questi ragazzi occupa attualmente nella rosa viola è un po' troppo marginale per quanto sono riusciti a dimostrate la scorsa stagione (e ci riferiamo in particolare a Babacar e Bernardeschi). Investire sui giovani è spesso un punto di domanda in Italia, una scommessa più che una certezza, anche se la strada tracciata dalla grande favorita a salire sul gradino più alto del calcio mondiale, la Germania, insegna il contrario. E presto vedremo anche quale sarà quella intrapresa dalla società e dal tecnico gigliato.

BIANCA BERNINI